Sanità e solidarietà
La campagna “Non più inVISibili” promuove la visibilità della fibromialgia in Italia in occasione della Giornata Mondiale della Fibromialgia del 12 maggio. Rivolta sia alle associazioni che ai cittadini, si chiede alle amministrazioni locali di illuminare di viola il Paese come segno tangibile di solidarietà. Inoltre, si sensibilizzerà e si manifesterà nelle piazze per essere finalmente visti e ascoltati. Papa Francesco dedicherà un saluto, un pensiero e una preghiera ai malati di questa malattia durante l’omelia del 12 maggio, giornata anche della ricorrenza della festa della mamma, proprio perché la maggioranza delle persone affette da questa patologia sono donne.
La fibromialgia è una malattia caratterizzata da una condizione cronica complessa, che procura dolore diffuso, in alcuni casi insopportabile tanto da dover ricorrere spesso alle cure ospedaliere, affaticamento, disturbi del sonno, sensibilità aumentata, e purtroppo anche tante altre conseguenze, anche di tipo economico, in quanto nonostante molte persone ne siano affette, le cui cure non sono state nemmeno ancora inserite e riconosciute tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che in Italia, rappresentano l’insieme di prestazioni, servizi e attività che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è tenuto ad erogare a tutti i cittadini gratuitamente o dietro il pagamento di un ticket, mentre è riconosciuta come malattia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Sara, una ragazza affetta da alcuni anni da questa malattia racconta la sua storia…
Ciao, sono Sara e da anni combatto con la fibromialgia … malattia “invisibile” agli occhi altrui, ma che rende la vita di chi ne è affetto praticamente invivibile … Dolori lancinanti in ogni parte del corpo, stanchezza, astenia, spossatezza, disturbi del sonno, irritabilità, disturbi intestinali, ansia, depressione e sonno non ristoratore sono solo alcuni dei sintomi che ci distruggono giorno dopo giorno…Ad oggi, a distanza di anni, non esiste una cura per questa malattia, ma ciò che ci lascia ancor più senza parole, è il fatto che non venga ancora riconosciuta come malattia invalidante, né inserita nei LEA … Il tutto ha del paradossale, dell’inspiegabile …
Puoi raccontarci quali impedimenti incontri giornalmente?
“Ho difficoltà a pettinarmi, a lavare il pavimento, a lavare i piatti, a passare l’aspirapolvere, a sollevare le buste della spesa, a fare le scale … mi reco una volta al mese al centro di terapia del dolore e, con la stessa frequenza, mi sottopongo a ricoveri ospedalieri per i dolori talmente violenti, da non permettermi di muovermi e talmente lancinanti, da farmi restare immobilizzata nel letto…”
Immagino questo comporti anche conseguenze nella gestione della vita privata, nel lavoro e nelle relazioni?
“Per tutti noi è difficile lavorare, svolgere le faccende di casa ed, addirittura, prendere in braccio i nostri figli … tutto è fatica, tutto è stanchezza ed il dolore non compreso, ci porta a vivere stati d’ansia, di amarezza, di sconforto, di delusione, di depressione…”
Come persone affette da questa malattia cronica cosa intendete fare?
“Non ci fermeremo, finché non vedremo riconosciuto il nostro diritto alla salute, quale diritto inviolabile di ogni essere umano.”
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