3 marzo: “Giornata Mondiale dell’Udito”

Viviamo in un mondo fatto anche di suoni, ma non è per tutti allo stesso modo

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La sordità meglio espressa col termine medico diipoacusia è una patologia molto diffusa, specialmente, ma non solo presso le persone anziane e, ogni giorno, ognuno di noi si imbatte frequentemente, negli ambienti che frequenta di chi ne è portatore. Questo incontro che si fa con i portatori di questa patologia avviene quando nella comunicazione il nostro interlocutore ci da cenno di non avere recepito le parole e il senso di un nostro discorso. Ambiguo è il coesistere  di questa patologia nell’ambito sociale, da un lato si valuta la difficoltà e le limitazioni che queste persone incontrano, ma nello stesso tempo c’è una tendenza a sottovalutare questa disfunzione con la quale si finisce di accettare e convivere anche da parte dei soggetti afflitti.

La Giornata Mondiale dell’Udito dell’OMS

A tale scopo come tutti gli anni in tutto il mondo il 3 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Udito. L’iniziativa, voluta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ha come obiettivo aumentare la consapevolezza sulla problematica delle disabilità uditive.  In Italia coincide con la Giornata di sensibilizzazione dell’udito, organizzata dalla Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale in collaborazione con la Società italiana di audiologia e foniatria (SIAF) e con il sostegno di ventitré associazioni onlus di pazienti.

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Le cifre ci presentano un panorama drammatico e grave

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La giornata di questo anno, promossa dalla Organizzazione Mondiale della Sanità è dedicata in maniera preminente alla sordità infantile che si stima colpisca ben il 5% della popolazione infantile mondiale con speciale gravità nelle nazioni più povere. Si calcola che il 60% di queste sordità potrebbe essere evitato con una corretta prevenzione. Il 31% è dovuto a infezioni mentre il 17% delle sordità si sviluppano alla nascita a causa di diversi fattori quali la prematurità, il sottopeso, e le complicazioni del parto. Quindi sono necessarie, nei paesi meno fortunati, misure di addestramento del personale medico e tecnico, di prassi di prevenzione e un maggior approfondimento della problematica  del fenomeno  e della comprensione dell’importanza della cura dell’udito nei bambini.

Le conseguenze sociali, economiche ed esistenziali, oltre il problema medico

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La forma invalidante dell’ipoacusia non ha solo conseguenze audiologiche, riabilitative e mediche, ma anche influisce nella sfera psicologica dei soggetti colpiti, in quella generale della società e ha anche delle conseguenze di carattere economico. Il maggiore disagio che questa patologia determina è quello di influire negativamente  sullo stato di salute globale della persona che ne è affetta, che tenda a isolarsi, deprimersi, arrabbiarsi: ne risulta ridotta l’autostima e, in generale, la qualità della vita. Nelle persone anziane c’è anche una correlazione al deterioramento cognitivo e a un incremento significativo del rischio di cadute, con conseguente aumento di morbilità e mortalità.

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La diagnosi precoce può portare ad ottimi risultati

In età infantile l’ipoacusia può compromettere in varia misura lo sviluppo del linguaggio, l’apprendimento e lo sviluppo neuropsicologico del bambino; successivamente avere un impatto negativo sul suo inserimento sociale e lavorativo. Attualmente le attività di  screening audiologico neonatale permette una diagnosi precoce e un trattamento ottimale sin dai primi mesi di vita, si  possono quindi ottenere evitare tanti pericoli e ottenere ottimi risultati in termini di sviluppo del linguaggio, che in molti casi è analogo a quello di tutti gli altri bambini.

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