76 anni fa moriva Gentile per mano partigiana

GENTILE, Giovanni

76 anni fa moriva Giovanni Gentile, sotto i colpi barbaramente inflitti dai Partigiani a guerra praticamente finita il 15 aprile 1944.

Gentile non era un soldato, non era un generale, la sua sola colpa era quella di aver servito il governo fascista come ministro dell’istruzione; egli era infatti filosofo, pedagogista e stimato accademico italiano.

Fu uno tra i promotori del neoidealismo e dell’idealismo italiano, fondatore dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e da Ministro, nel 1923, fu fautore della “Riforma Gentile”,  che formò la scuola come oggi la conosciamo introdusse l’obbligo di frequenza, portando un enorme sostegno per la cultura giovanile dell’epoca.

Seppur essendosi affiliato al fascismo, Giovanni Gentile, era un liberale che seguiva gli ideali di fine ‘800, una persona mite e cortese, lontana dallo squadrismo e dalla violenza.

Va anche detto che negli ultimi anni, fu Gentile a promuovere una politica di riconciliazione tra tutti gli italiani impegnati in una guerra fratricida, fascisti ed antifascisti, invitandoli ad ascoltare la voce della Patria sofferente.

Ad ucciderlo una squadraccia del GAP, composto da Bruno Fanciullacci, Elio Chianesi, Antonio Ignesti, Giuseppe Martini, Liliana mentre alla logistica Teresa Mattei e Bruno Sanguinetti.

L’omicodio fu commesso alla Villa di Montalto al Salviatino alle soglie di Firenze, Gentile venne avvicinato dai Partigiani che si finsero studenti portando dei libri sotto braccio, dove In realtà nascondevano le armi con cui gli avrebbero sparato mentre usciva di casa in automobile.

L’attentato vergognoso e brutale ai danni di un uomo di cultura e di scienza fu oggetto di contestazione persino dagli stessi gruppi antifascisti come ad esempio il CNL, ad eccezione del Partito Comunista. Una  enorme folla partecipò ai funerali.

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