Bonus 1000 euro alle Partite IVA, il paradosso dei requisiti al 33%

Non c’è pace per le Partite IVA, già provate dalla chiusura forzata per 3 mesi delle proprie attività, o comunque costrette a onerose spese di adeguamento sanitario, i paletti per poter ricevere il famoso bonus da 1000 euro di maggio sono stati posti in maniera paradossale e pochi ne beneficeranno.

A dettare le regole del Decreto è l’articolo 84, che destina i 600 euro di marzo e aprile ai liberi professionisti iscritti alla gestione separata dell’INPS ed a collaboratori coordinati continuativi; i soldi di maggio invece, per riceverli è necessario dimostrare che nel secondo bimestre del 2020 si è percepito un calo del reddito del 33% rispetto all’anno scorso.

Dove sta il paradosso?

Il bonus avrebbe dovuto garantire un sostegno importante a coloro che hanno subito gravi perdite economiche durante i mesi del lockdown, costretti comunque a pagare le tasse senza percepire reddito, ma il Governo di Conte non ha tenuto conto che il mercato del lavoro e il pagamento degli stipendi hanno regole differenti.

Una fattura per esempio può essere pagata a 30 o 90 giorni, quindi se un lavoro è stato eseguito a marzo o aprile i soldi arriveranno ad ottobre (se arriveranno Sic!); inoltre ci sono dipendenti che hanno ricevuto pagamenti dello stipendio nei mesi di lockdown avendo però lavorato l’anno precedente.

Un lavoratore freelance, come un giornalista ad esempio, che si è trovato fermo nei mesi del lockdown, ma abbia ricevuto nel frattempo pagamenti relativi a 30 o 90 giorni fa, nonostante non siano relativi al secondo bimestre del 2020 escludono la percepibilità del bonus.

Se non hanno fatturato nel 2019

Un’altra fregatura “all’italiana” va a colpire invece chi non ha fatturato nei mesi di marzo e aprile dello scorso anno, perchè magari detiene una attività stagionale o ha aperto dopo quei mesi; non potrà dimostrare il calo del fatturato del 2020 non essendoci un fatturato del 2019 confrontabile.

Nei prossimi mesi inoltre non sarebbero previsti ulteriori bonus, lasciando freelance e lavoratori in preda alla crisi, costretti ad aspettare la ripresa del mercato per poter ricominciare.

Basti pensare per esempio agli organizzatori di eventi, wedding, concerti, che con le pesanti limitazioni dettate dal distanziamento sociale lavoreranno al 50% delle loro possibilità.

I freelance chiedono al Governo …

Questa situazione esplosiva ha fatto arrabbiare molte categorie, quella dei freelance chiede che siano erogati gli aiuti a tutti e che magari entro la fine dell’anno chi non dimostrerà un calo del reddito sia costretto a restituire la cifra, inoltre il rinvio a gennaio 2021 delle scadenze di Irpef ed Inps che gli autonomi saranno costretti a pagare a fine giugno.