A Mirabella un libro diventa l’evento dell’estate

L’unico evento culturale che si è svolto a Mirabella durante l’estate è stata la presentazione di ‘A Mangiatura – vi racconto Mirabella Imbaccari degli anni ‘60’, un libro di ricordi di Romano Bellissima (l’autore è stato nominato da poco presidente della prestigiosa Fondazione Pietro Nenni). Molto apprezzata la serata organizzata dall’assessorato alla cultura del comune di Mirabella, tenutasi all’aperto nella piazza Unità d’Italia, con 100 sedie a gruppi di due distanziate di un metro.

L’incontro è stato moderato in modo appassionato da Giuseppe Moschella, amministratore del gruppo facebook Archivio storico fotografico di Mirabella, che ha ricordato la genesi del libro nato dai racconti estivi dell’autore qualche anno fa. Il sindaco Giovanni Ferro ha ringraziato tutto il pubblico presente per la partecipazione e in modo speciale Romano Bellissima per aver rappresentato il suo paese natio durante la sua brillante carriera da sindacalista nazionale della Uil chimici, sottolineando che “bisogna coinvolgere i giovani nella politica condividendo insieme una visione di futuro”. Tra i relatori il presidente onorario della Societa calatina di storia patria Massimo Porta che in primis ha ricordato il compianto Salvatore Cosentino, ex presidente del sodalizio, e ha parlato dei rapporti storici esistenti tra Mirabella e Caltagirone attraverso le figure di don Luigi Sturzo e Silvio Milazzo, protagonisti di famose battaglie politiche per la valorizzazione del territorio dove “la politica si faceva nelle piazze con quella passione che oggi manca”. La presidente del Centro culturale siculo-tedesco Luigia Polizzi ha evidenziato come “i ‘60 siano stati anni molto diversi perché i giovani si buttarono con vivacità nella politica per raggiungere i propri ideali, guardando al lavoro e auspicando un cambiamento sociale. I giovani allora avevano il senso della comunità e c’era allegria, oggi invece non c’è più il senso di stare insieme per scambiare delle idee e forse si è persa la fiducia nella società. In passato avevamo un teatro e un cinema e c’era voglia di cultura, con l’emigrazione le famiglie hanno cominciato a disperdersi e tutto è cambiato in modo radicale: oggi purtroppo non abbiamo più nulla, sembra che siamo indietreggiati e i ragazzi si mostrano insensibili”.
“Volgere lo sguardo indietro è utile e bisogna sapere da dove siamo partiti per capire come il mondo è cambiato – ha detto l’autore – e quali sono stati gli errori commessi nel percorso di vita di ciascuno. Con questo spirito ho cercato di ricostruire i miei ricordi, i ricordi di un periodo storico particolare che vede il cambiamento delle istituzioni dopo la guerra. Gli italiani diventano cittadini, tutti possono avere diritto di parola ma nessuno sapeva come costruire la democrazia..negli anni 60 c’era un senso di partecipazione straordinaria e tutti volevano partecipare, si respirava aria di libertà e i giovani avevano un senso di sfida, da cui nasceva l’atteggiamento dissacratorio verso il potere. Il termine ‘mangiatura’ era una provocazione perché la parola identificava il comune come luogo di potere che amministra una comunità…ieri e oggi il compito di un’amministrazione non è quello di soddisfare le impellenti necessità dei cittadini – per questo ci sono i servizi – ma dare soluzioni alla crescita della collettività per garantire la possibilità di sviluppo. La politica va aiutata con la partecipazione”. Gli interventi dell’ex sindaco Tigano e di due dirigenti sindacali della Uil catanese hanno brevemente descritto i meriti di Romano Bellissima nel suo impegno come sindacalista e il sindaco Ferro ha chiuso la serata con la consegna di un omaggio all’autore che ha declamato una sua poesia.