INPS, Reddito di cittadinanza: pronto il blocco del rinnovo

Lo toglieranno finalmente il reddito di cittadinanza? Costringeranno i beneficiari, come riporta trendonline.com, del sussidio a cercarsi un lavoro e a non farsi mantenere? Continuiamo sulla strada degli approfondimenti e cerchiamo di capire cosa debbano fare le persone per continuare ad incassare il reddito di cittadinanza: ricordiamo infatti che a settembre scadono i primi 18 mesi della misura. Importante scadenza per quanti abbiano fatto la domanda nel marzo 2019: quella che arriverà nei prossimi giorni sarà l’ultima mensilità erogata.

Poi finisce tutto! Almeno provvisoriamente. Per poter continuare a beneficiare del reddito di cittadinanza sarà obbligatorio presentare una nuova domanda, con la quale chiedere il rinnovo. Molti percettori, però, temono che questa nuova richiesta possa essere respinta. Ebbene sì, può accadere, anche se è una possibilità molto remota. Nel caso in cui nel corso di questi 18 mesi non sia cambiato nulla, non dovrebbero esserci problemi a vedersi accolta la domanda. Quindi, per sperare che questa possa essere accolta, non devono essere cambiati i requisiti patrimoniali ed economici della famiglia.

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Reddito di cittadinanza: i casi in cui la domanda può essere respinta!
Nella maggior parte dei casi non ci dovrebbero essere dei problemi a richiedere il rinnovo del reddito di cittadinanza per altri 18 mesi. Perché la domanda di rinnovo sia accettata è necessario che il richiedente possegga i requisiti economici previsti dalla normativa. La notizia positiva è che se il nucleo familiare non fosse già in possesso di questi requisiti, non starebbe continuando a ricevere il sussidio. I requisiti vengono valutati attraverso la certificazione Isee 2020, che quanti stanno beneficiando del reddito di cittadinanza dovrebbe aver ricevuto nel mese di gennaio 2020, quando sono stati obbligati ad aggiornare l’Isee per continuare a beneficiare del sostegno economico nel corso del 2020.

Questo significa che a settembre 2020, in linea teorica, chi dovesse presentare la nuova domanda per il reddito di cittadinanza dovrebbe essere già in possesso di tutti i requisiti per poter ricevere una risposta affermativa alla propria richiesta. Sempre che, da febbraio ad oggi, la situazione economica del nucleo familiare non si cambiata. In questo caso può arrivare una sonora bocciatura.

Reddito di cittadinanza: quando ci si deve preoccupare!
Quali sono i casi in cui devo iniziare a preoccuparmi? Questa è la domanda che si pongono molte persone che stanno percependo il reddito di cittadinanza. Nel caso in cui ci sia stata una variazione della propria situazione economica, il nucleo familiare dovrebbe darne comunicazioneall’Inps entro il trentesimo giorno dal quale si è verificata la variazione. In questo caso è necessario utilizzare il modello SR181. Nel caso in cui ci siano delle variazioni del nucleo familiare è necessario presentare un nuovo Isee ed una nuova domanda.

In linea teorica non ci dovrebbero essere dei problemi per quanti stiano percependo il reddito di cittadinanza: se hanno effettuato tutte le comunicazioni ed il beneficio continua ad arrivare, vuol dire che continuano ad avere i requisiti per ricevere il sussidio. In questo caso l’Inps ha già effettuato tutti i controlli e le verifiche e ha concesso il benestare per il pagamento. Discorso diverso, invece, per quanti non hanno comunicato le variazioni e lo farà contestualmente alla richiesta del rinnovo: in questo caso l’Inps prenderà atto delle variazioni e dovrà effettuare le dovute valutazioni. Nel caso si dovessero superare le soglie di reddito la domanda verrebbe respinta.

Rinnovo bocciato per chi inizia a lavorare!
Come molti ben sapranno è necessario apsettare un mese dalla sospensione del beneficio per poter presentare una nuova domanda. Nel corso di questo mese potrebbe accadere tutto, anche che qualcuno, all’interno del nucleo familiare, inizi a lavorare.

Una situazione come questa deve essere comunicata nella richiesta di rinnovo. Ma potrebbe anche comportare il respingimento della stessa domanda. Potrebbe, infatti, accadere che con l’inizio dell’attività lavorativa ci sia il superamento delle soglie previste per continuare a ricevere il reddito di cittadinanza.