Si avvicina sempre di più il momento dell’inizio della distribuzione dei vaccini e, secondo quanto riportato da Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, sarebbe anche pronta la bozza del piano. Un documento che dovrebbe contenere disposizioni di tipo sanitario, a partire dall’individuazione delle categorie da vaccinare per prime.
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Non mancano però i primi ostacoli: la distribuzione, la logistica, il trasporto ai centri di conservazione delle dosi potrebbero essere un problema se un vaccino come quello della Pfizer arrivasse già oggi in Italia. “C’è qualche problema per la catena del freddo per la distribuzione del vaccino Covid ma era noto ed il ministero non si è fatto trovare non pronto per questi aspetti di logistica. Adesso il lavoro che sarà svolto con Arcuri consentirà di poter avere un adeguato meccanismo di distribuzione tenendo presente che ci sono anche altri vaccini che stanno arrivando. Si investe su diverse piattaforme vaccinali per poter avere numeri più larghi di vaccini disponibili”, ha spiegato Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità.
La caratteristica peculiare del vaccino sviluppato dalla Pfizer insieme al centro Biontech è infatti l’esigenza di una conservazione a -70/-80 gradi centigradi e finora solo le strutture sanitarie più grandi hanno potuto garantire questo accesso in Italia. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di affidare la distribuzione alla stessa casa farmaceutica con camion provenienti dal Belgio, luogo della produzione, verso mille centri di vaccinazione italiani. La Pfizer, in questo senso, avrebbe già dato una disponibilità di massima.
Confortanti le parole arrivate dal direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco Nicola Marini a Repubblica: “Pfizer ha predisposto contenitori ad hoc per il trasporto delle fiale. Sono pieni di ghiaccio secco e conservano i vaccini per 10 giorni. Lo stabilimento è in Belgio, a una giornata di camion da noi. Potremmo cercare di avere consegne periodiche frequenti e non avere bisogno di troppi freezer. Aspettiamo la pubblicazione dei dati finali delle aziende farmaceutiche. Poi partiremo con approvazione e distribuzione. È solo un termine orientativo ma Pfizer potrebbe consegnare all’Italia 3,4 milioni di dosi tra fine gennaio e metà febbraio. Poiché serve un richiamo, parliamo di 1,7 milioni di persone. I vaccini verrebbero consegnati in modo scaglionato per ridurre i problemi di stoccaggio. Il commissario Arcuri coordinerà la distribuzione alle regioni in base a un documento di programmazione del dipartimento prevenzione”.
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Nel piano sarà previsto anche quanti saranno i centri di stoccaggio del vaccino a livello regionale, anche più di uno a seconda delle grandezze e le esigenze territoriali. Ora il commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri ha chiesto alle Regioni di fornire un resoconto sulla logistica per i vaccini anti covid.
In ogni caso, i primi a ricevere le dosi del vaccino dovrebbero essere un milione e 700mila cittadini selezionati tra le categorie più fragili ed esposte al Covid-19. A partire dunque dagli operatori sanitari, passando per gli anziani e i finendo con i malati cronici.