I problemi non si risolveranno, soprattutto quello dei rifiuti


Fabrizio Ghera dai banchi dell’opposizione tuona contro il PTPR

di Angelo Zammuto

 

Ad inizio mese di agosto, dopo tre intensi giorni di lavoro alle 6 del mattino è arrivata l’approvazione del PTPR (Piano Territoriale Paesaggistico Regionale), FdI insieme al M5S ha contestato per le modalità ed i tempi del lavoro in aula. Abbiamo chiesto a Fabrizio Ghera, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio di ragguagliaci nel merito.

Consigliere, perché questa protesta?

Purtroppo il documento partorito dalla maggioranza a guida PD con innesti del M5 stelle non è affatto esaustivo in termini di tutela e genererà confusione negli atti. Un esito che avevamo previsto, considerando l’accelerazione ai lavori delle settimane precedenti, imposta dalla strana alleanza DEM/Penta-Stellati, già vista molte volte in Regione.

A peggiorare le cose l’incomprensibile Stop record dei lavori, sospesi per 13 ore, senza dare alle opposizioni alcuna tempistica della procedura. Salvo poi accelerare improvvisamente dando inizio all’Aula all’una di notte, negando al PTPR atteso da un quarto di secolo, il confronto democratico e la trasparenza che avrebbe avuto se la discussione si fosse tenuta in orari più consoni, magari alla presenza dei cittadini.  Crediamo inoltre che il lavoro notturno, protrattosi fino alle ore 6, potrebbe aver prodotto errori tecnici dovuti alla concitazione e ai tempi ristretti, probabile causa di futuri ricorsi. Essendo il documento confuso ed incompleto sia in termini di tutele che di progettualità, Fdi ha espresso voto contrario.

 Al di là dei tempi e delle modalità, cosa non vi piace di questo piano ed in cosa è carente?  

<< L’approvazione del PTPR atteso dai territori e dalle amministrazioni ormai da 25 anni è a nostro giudizio un’occasione mancata. Essendo la tutela del territorio da anni un punto cardine della nostra politica, avevamo lavorato con spirito collaborativo, anche se dall’opposizione, per contribuire alla redazione di un Piano che desse norme chiare agli Enti Locali, soprattutto fornisse ai Comuni, sia gli strumenti legali per la salvaguardia delle aree vincolate, che le certezze operative per gli interventi edilizi e infrastrutturali realizzabili. C’era l’opportunità per elaborare un sistema di regole puntuali e condivise, quanto mai necessarie per programmare lo sviluppo e la conservazione del territorio della regione Lazio. Viceversa PD e M5 Stelle hanno pensato soltanto a cercare un accordo che rinsaldasse la loro alleanza alla Pisana a sostegno della maggioranza ormai di fatto Rossogialla.

Nonostante questo scenario da “Prima repubblica”, Fratelli d’Italia non ha rinunciato al suo ruolo propositivo. Nel corso dei lavori, abbiamo avanzato delle proposte per rendere obbligatori i pareri a protezione dell’incommensurabile patrimonio di Roma dall’assalto di progetti come quello di Mac Donald alle Terme di Caracalla e per la salvaguardia e valorizzazione delle architetture Liberty e Razionalista che hanno impreziosito il Novecento Italiano.

E’ stato presentato anche un documento sulla regolamentazione della sostituzione edilizia, per favorire il recupero delle periferie delle grandi città e riparare i guasti compiuti negli anni Settanta e Ottanta in nome dell’architettura collettivista, che alienava l’individuo e realizzava mostri come il serpentone di Corviale, i palazzoni di Tor Bella Monaca e diffusi interventi senza qualità urbana e sociale. Alle periferie è riferita anche la nostra proposta sui Toponimi che dà la possibilità di presentare progetti, sempre nel rispetto dei vincoli esistenti. Nel pacchetto di soluzioni di Fdi anche agevolazioni per consentire interventi di ricostruzione nei comuni del cratere del sisma. >>.

 Altra importante approvazione della Giunta Regionale è quella relativa al PRR (Piano Regionale Rifiuti) 2019-2025. Ora scatteranno i 60 giorni per le osservazioni e altri 30 giorni per le controdeduzioni, per poi approdare all’esame definitivo della Commissione e del Consiglio regionale.

 Quali sono le vostre osservazioni?

In realtà il Piano Rifiuti regionale non c’è, perché nel redigerlo non c’è stata la collaborazione istituzionale tra Regione e Comune perché le rispettive maggioranze si sono rivelate incapaci di trovare soluzioni politiche, tecniche, imprenditoriali e finanziarie necessarie ad elaborare il progetto di un moderno ed eco-compatibile ciclo di smaltimento dei rifiuti. Ed infatti il sindaco Raggi ha subito manifestato la sua contrarietà. Il documento contiene tanta teoria, ma ci vorrà almeno un decennio per tradurla in pratica e molte direzioni indicate appaiono errate.

Nessuna soluzione per l’immediato, solo qualche sparata del tipo: <<A Roma serve una discarica>>; ma non era lo stesso Zingaretti che arrogava al Pd il merito di aver chiuso Malagrotta? E dove pensa di farla ci chiediamo, considerando la conformazione geografica diffusa della città, caratterizzata da intensiva urbanizzazione e antropizzazione, vasta cintura agricola, vincoli paesistici e archeologici. Scorrendo il PRR si leggono “perle” come: <<Nel Lazio mancano gli impianti di trattamento>> e certo! E’ dal 2012 che i territori attendono il nuovo Piano. Da Civitavecchia a Latina, da Frosinone a Guidonia ci sono siti di lavorazione e smaltimento obsoleti che inquinano l’ambiente e danneggiano la salute degli abitanti, discariche ormai sature, impianti spesso in avaria e l’intero ciclo del Lazio sempre sull’orlo del default, come ha dimostrato la bomba ecologica dell’incendio al Tmb Salaria. Il documento millanta come novità la trasformazione dei trito-vagliatori in stabilimenti per la produzione di prodotti realizzati con materiali riciclati, ma Zingaretti evidentemente non sa, che nel Lazio operano da anni decine di aziende che recuperano il vetro, gli olii esausti, materie prime varie, materiali ferrosi e li commercializzano in tutta Italia.

C’è poi tutto il pasticcio delle cosiddette Aree Bianche (senza alcun vincolo territoriale), indicate dalla Città Metropolitana per ubicare nuovi impianti, con alcuni comuni interessati, Fiumicino e Cerveteri, oppure quelle dove sono presenti «cave non in esercizio», come Allumiere, Riano e una zona al confine tra Roma e Zagarolo, che sono da tempo sul piede di guerra e contestano la veridicità dei parametri che determinano la loro iscrizione nella mappa fatta dalla città metropolitana. Contenziosi che la Regione insiste a riaprire ad ogni crisi dei rifiuti, tanto da far pensare che ci sia la volontà di favorire qualche impresa privata a scapito della cittadinanza. Noi su questo fronte non arretriamo, continueremo a tutelare il diritto delle popolazioni alla concertazione.

Anche sull’argomento differenziata il PRR appare velleitario, quando pone genericamente l’obiettivo di un progressivo incremento, dimenticando tuttavia la inefficienza cronica dell’Amministrazione Capitolina nel raccogliere e conferire rifiuti selezionati, dovuta anche alle attuali forti criticità finanziarie e organizzative di Ama. Non ci convince inoltre, la scelta di trasformare il rifiuto organico (anche fanghi di depurazione, scorie di inceneritori, scarti industriali) in Biogas e Biometano. Per smaltire l’incremento della differenziata, ci vorranno altri impianti oltre a quelli esistenti, per una capacità di almeno 400.000 tonnellate, ma la Regione non indica quanti ne serviranno e dove potranno essere costruiti. Considerando però che biogas e biometano producono anche grosse quantità di percolati, il liquido che scola dai rifiuti umidi, e che per la depurazione del gas servono filtri che costituiscono rifiuti speciali da smaltire in apposite discariche, a conti fatti non crediamo sia una soluzione eco compatibile.

Pertanto il nostro giudizio su questo PRR è negativo. Senza un modello di sviluppo dell’industria del rifiuto, il problema non si risolve, lo abbiamo ribadito più volte sia in Consiglio Regionale, sia in Commissione Ambiente e Zingaretti doveva cominciare a lavorarci nel 2013 quando è scaduto il precedente Piano e lui già era governatore. Fratelli d’Italia da sempre sostiene la necessità di sostituire completamente il ciclo dei rifiuti così da non dover ricorrere a discariche e inceneritori obsoleti ed inquinanti, che tanti danni hanno fatto all’ambiente del Lazio e alla salute dei cittadini. Per noi il problema da risolvere è l’eliminazione del rifiuto come materia e come concetto.

 

Pubblicato nell’edizione di Settembre 2019 – Pag.7

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