La Parola all’erborista
Rubrica di erboristeria a cura del Dott. Francesco D’Ambrosio
Dopo la Zona Rossa, un aiuto……. al fegato!
Questo articolo è dedicato a quelle piante che aiutano a ristabilire il corretto funzionamento epatico, a depurare l’organismo e a perdere, in qualche caso, quei “chiletti” che, prima del Lockdown, proprio non c’erano.
Tutti sapete che il Carciofo è un valido aiuto per il fegato ma compagno di egual valore è il Cardo Mariano, infatti è ricco di virtù terapeutiche che lo rendono prezioso, in particolare nelle disfunzioni epatiche.
La silimarina contenuta nel Cardo Mariano ha dimostrato un effetto protettivo contro molti tipi di tossine chimiche, incluso l’alcool. Un estratto di Cardo Mariano è usato per migliorare la funzione epatica, proteggere contro i danni al fegato e accelerare la rigenerazione delle cellule epatiche danneggiate. Studi clinici hanno confermato l’utilità di estratti standardizzati di Cardo Mariano in casi di intossicazione del fegato, cirrosi, e altre malattie croniche del fegato relative all’abuso di alcool.
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Gli estratti purificati di flavonolignani presi dai frutti contengono principalmente silimarina, un composto isometrico di silibinina, ssosilibinina, silicristina e silidianina.
La Silimarina è usata per il trattamento del danno tossico al fegato (indotto da alcool, droghe o tossine ambientali) e per la terapia di supporto in infiammazioni croniche del fegato e nella cirrosi epatica.
La silimarina e il suo isometro principale, la silibinina, hanno dimostrato di possedere proprietà antiossidanti prevenendo così l’ ossidazione dei lipidi e la distruzione delle membrane nelle cellule. Inoltre, la biosintesi delle proteine e la rigenerazione delle cellule sono così accelerate nel fegato danneggiato, il che porta al ripristino delle funzioni epatiche.
A certe tossine velenose da funghi viene impedito l’accesso alle cellule del fegato da parte della silibinina grazie all’ inibizione competitiva dei recettori alle membrane delle cellule. Il trattamento endovenoso con un derivato solubile della silibinina è attualmente un importante fattore salvavita nella terapia standard di casi di avvelenamento da Amanita phalloides. Infine, è stato recentemente dimostrato che la silimarina inibisce la produzione di lecotriene il che spiega il suo effetto antiinfiammatorio e la sua azione antibiotica. Così, la silimarina è oggi non solo la miglior sostanza documentata per la terapia del fegato ma anche uno degli estratti vegetali più accuratamente ricercati e studiati con meccanismi di azione conosciuti.
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Aiuta in caso di ingrossamento del fegato dovuto a malattie epatiche da alcolismo, da consumo di droghe, epatite cronica, cirrosi epatica, itterizia, sensibilità a sostanze chimiche, esposizione a tossine industriali, programmi di disintossicazione, aiuta anche contro la fatica, la depressione e le allergie alimentari.
Il Cardo Mariano previene il danno dei radicali liberi alle cellule del fegato, previene la formazione di leucotrieni e stimola la produzione di nuove cellule del fegato accelerando il processo di rigenerazione, ma la silibinina nel Cardo Mariano protegge il fegato da tossine ambientali che entrano nel corpo tramite il cibo, l’acqua, l’aria e la pelle.
Con tutto quello che il fegato deve filtrare tutti i giorni, non è una sorpresa che possa essere a volte sovraccaricato. Questa pianta può aiutare a ringiovanirlo e anche a proteggerlo da danni futuri. Chiunque abbia avuto epatiti, cirrosi o alte condizioni del fegato dovrebbe aggiungere il Cardo come integratore quotidiano.
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Potente colago, agisce sui sistemi di disintossicazione grazie alla sua abilità di stimolare lo svuotamento della cistifellea e il flusso di bile nel duodeno, non di meno ottimo antiossidante, con un controllo del danno da radicali liberi molto maggiore che la vitamina E, stimolando un enzima, il Super Oxide Dismutase (SOD), che agisce come spazzino dei radicali liberi.
Concludendo cosa volete di più dalla vita? Un Cardo Mariano.
Pubblicato su “I FATTI Area Metropolitana” Edizione di Aprile 2021
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