Incendio a Roma-est gli autodemolitori protestano e bloccano la Togliatti

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Piuttosto indignati, direbbero quelli che parlano bene, in realtà gli autodemolitori che hanno perso tutto nell’incendio stamani erano inferociti stamani. Hanno bloccato viale Palmiro Togliatti con pezzi di lamiera, cofani e portiere di auto.
Un blocco stradale per richiamare l’attenzione, per parlare con il sindaco della Capitale.

L’incendio, a quanto pare scaturito proprio da un’autodemolizione, ha distrutto ogni cosa e ora gli operatori non hanno più nulla. Al disastro ambientale si è quindi aggiunto anche il dramma di chi ora non ha risorse per vivere. Chiedono un aiuto e ribadiscono che sono vent’anni che aspettano la delocalizzazione, promessa ma mai arrivata.

I rappresentanti delle istituzioni

Sul luogo della protesta si è recato il presidente del V Municipio, Mauro Caliste e quello del VII Municipio, Francesco Laddaga. Anche l’assessore all’ambiente e ai rifiuti di Roma Capitale, Sabrina Alfonsi, alle 12 è arrivata sulla via Togliatti. La Alfonsi ha concordato con gli autodemolitori un incontro in Campidoglio per il prossimo 15 luglio per aprire un tavolo teso alla risoluzione del problema. L’assessore ha spiegato che questo “è un lavoro prezioso nell’ambito della sostenibilità”, precisando però che “non può essere svolto in pieno centro abitato”. L’intendimento dell’assessore Alfonsi è di procedere con la Regione per arrivare ad una delocalizzazione.

Ottenuto l’incontro per il 15 luglio, la strada è stata sgombrata dagli stessi autodemolitori alle ore 13 circa e il flusso del traffico ha potuto riprendere.

Una protesta opinabile?

Alcuni hanno osservato tuttavia che quanto accaduto sarebbe potuto succedere anche se i depositi si fossero trovati in aperta campagna e poco c’entra quindi il fatto che si trovino in città. Questo non per giustificare il danno all’ambiente (che doveva appunto essere evitato,  delocalizzando), ma per sottolineare che la protesta di chi lamenta di aver perso tutto è comunque opinabile sotto questo aspetto.

Foto: Google Maps