Piglio, Il territorio non viene promosso né  dal Comune né dalla Strada del Cesanese

  “L’Associazione per la Gestione della Strada del Vino Cesanese è stata costituita l’11 ottobre 2006. Si occupa della valorizzazione del patrimonio culturale, storico, paesaggistico ed enogastronomico dell’area vitivinicola del Cesanese del Piglio Docg, in provincia di Frosinone e del cesanese di Affile Doc, in provincia di Roma. All’Associazione sono iscritti i Comuni di Piglio, Acuto, Anagni, Paliano, Serrone (territori di produzione del  Cesanese del Piglio Docg) e Affile (dove è prodotto il Cesanese di Affile Doc), la Associazione Pro loco di Piglio, la Camera di Commercio di Frosinone e Latina, la Confagricoltura di Frosinone e 55 operatori del territorio, di cui 27 cantine, 10 tra alberghi e ristoranti, 8 agriturismi, 2 frantoi, 2 rivendite di prodotti tipici, 6 guide ambientali e associazioni culturali”.  Con quest’introduzione sul sito internet, si presenta l’Associazione  della Strada del Vino Cesanese che ha la sua sede a Piglio, presieduta dal produttore Antonio Borgia. Tra gli obiettivi dell’associazione: promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione;  sostenere l’incremento dei flussi; qualificare i servizi turistici delle cantine; incrementare l’immagine e le prospettive economiche dei territori del vino. Teoricamente la presenza di questo Ente, dovrebbe essere un valore aggiunto al territorio, ed in particolar modo al Comune di Piglio quella che una volta voleva essere “la Capitale del Vino Cesanese”, ma ad oggi il raggiungimento di quegli obiettivi non c’è mai stato, anzi si preferisce dar vita ad iniziative, progetti fuori dal territorio pigliese, in altri Comuni. Il tutto con il placet dell’Amministrazione Comunale di Piglio che all’interno del Consiglio Direttivo della Strada, è rappresentata dall’Assessore all’Agricoltura Francesco Fontana. Se si pensa solamente che il turismo del vino si conferma ogni anno protagonista e determinante nella scelta della meta turistica per le vacanze, muovendo un numero elevato di appassionati ed amanti del prodotto, viene da restare increduli che a Piglio, di questa grande fetta turistica non arriva nulla. Non c’è neanche una rivendita in paese di varie etichette di vino Cesanese del Piglio, più volte sollecita all’Amministrazione Comunale e più volte promessa dalla Strada del Vino, ma mai realizzata. Zero iniziative, zero progetti, zero programmazione, neanche una misera iniziativa nel programma estivo (calice Sotto le Stelle esiste prima della nascita della Strada), eppure si parlava di dar vita ad importanti iniziative, addirittura creare una vetrina internazionale di esposizione e premi dedicati al vino, ma solo chiacchiere. Sotto quest’ultimo aspetto La Strada del Cesanese si somiglia molto all’attuale amministrazione Comunale di Piglio, vivono in perfetta simbiosi, nessuno dei due fa nulla per questo territorio.  In ogni paese d’Italia dove esiste un movimento turistico del Vino, durante l’anno esistono appuntamenti fissi dove ci sono “le Cantine aperte” che spalancano le porte a milioni di enoturisti e appassionati per scoprire il mondo e la cultura del vino direttamente nei suoi luoghi di produzione. In più si organizzano eventi estivi legati alla musica, eventi culturali con corsi di degustazione, feste enogastronomiche, eventi istituzionali con convegni ed altro ancora; e invece nulla di tutto questo. Piglio  secondo gli amministratori e la Strada del Vino Cesanese non merita nulla di tutto ciò, la cosa che spaventa di più, è che se qualcuno si permette di sollevare queste considerazioni viene espulso da ogni gruppo, o ambiti social legati alla Strada del Vino Cesanese, perché solo se condividi e plaudi il loro nulla ne puoi fare parte altrimenti vieni emarginato. Un modus operandi elaborato da menti saccenti che non gradiscono un confronto costruttivo, perché non rientra nella loro politica gestionale.   “Basta farsi un giro per le campagne pigliesi, -commentano alcuni cittadini-agricoltori- e sarebbe il caso che l’Assessore all’Agricoltura si degnasse una volta di farlo, per vedere il dissesto stradale, le discariche a cielo aperto, l’abbandono di tanti terreni, diventati macchie che riducono il passaggio stradale, ed iniziare da li ad intervenire. Oppure saranno i famosi templari a salvare il turismo di Piglio, gli stessi presentati lo scorso aprile in un convegno fortemente voluto dal Comune di Piglio e Strada del Cesanese, è questa l loro formula magica? A questo punto che senso ha avere la sede di questo Ente qui a Piglio se per Piglio non fa nulla? Sarebbe logico che il Comune si riprenda la sede, la destinasse ad un’altra istituzione, che abbia maggior senso ed attinenza con il paese”. Certo l’auspicio di questi cittadini non sarà di sicuro realizzato dall’Amministrazione Felli, visto che in 10 anni si è dimostrata incapace di fare turismo, di promuovere il territorio, magari la prossima perché questo paese ha bisogno di concretezza e di fatti e non di chiacchiere. “Le eccellenze di questo territorio, Presidente Borgia vanno curate ed apprezzate, in primis qui nella loro terra, sponsorizzando iniziative per loro e per il territorio, e non semplicemente dire porta il manifesto della manifestazione che stai facendo a Roma che lo mettiamo in vetrina, non è questo fare turismo, perché va contro la regola base per cui la Strada del Cesanese è nata: “…….Si occupa della valorizzazione del patrimonio culturale, storico, paesaggistico ed enogastronomico dell’area vitivinicola del Cesanese del Piglio….”, allora meno altezzosità e più fatti”.