Per le accise, che pesano nelle tasche degli italiani, il governo in carica promise in campagna elettorale una battaglia senza quartiere. Poi però le cose prendono il loro corso e da qualche parte bisogna pur prendere il denaro. Così oltre ai soliti tagli si ricorre anche all’aumento dell’Iva (come nel caso dei prodotti per l’infanzia e per l’igiene femminile), e poi si passa alle accise.
L’aumento nel 2024
Per le sigarette ed il tabacco trinciato, dal 1°gennaio 2024 l’aumento delle tasse farà lievitare il prezzo e a chi vorrà concedersi il vizio del fumo toccherà pagare 10 centesimi in più a pacchetto.
Nel testo del governo è previsto che l’accisa per 1.000 sigarette passi da 28,20 euro a 29.30. Per il tabacco trinciato invece l’accisa è adesso fissata a 140 euro il chilo, ma dopo il 31 dicembre 2023 passerà a 147,50 euro.
E quello nel 2025
Anche nel 2025 le accise governative colpiranno il mondo dei fumatori e il prezzo per mille sigarette passerà a 29,50 euro. Che rispetto agli attuali 28,20 significa un aumento di 1 euro e 30 centesimi. Il tabacco trinciato invece, sempre a causa delle accise, il 1° gennaio 2015 arriverà a 148,50 euro al chilo, e rispetto agli attuali 140 euro al chilo vuol dire pagare una differenza di 8,50 euro.
Non si salveranno nemmeno i tabacchi da consumare senza combustione, ma almeno per adesso non accadrà, bisognerà attendere il 2026 perché anche questi prodotti siano interessati dall’aumento delle accise.
Forse al governo sta a cuore la salute degli italiani e cerca di dissuaderli dal brutto vizio del fumo. E’ una filosofia che si può abbracciare per giustificare la ragione di questi aumenti delle accise, perché va ribadito che l’esecutivo di governo quando si trovava all’opposizione giurava di volerle abbattere o per lo meno ridurre.
Foto: beyondthesea.it