Il sindaco della capitale firma l’ordinanza “anti botti” per Capodanno

Anche Roma, dopo Fiumicino, Ciampino e altri Comuni Laziali, vieta i tradizionali botti di Capodanno. Il sindaco Roberto Gualtieri ha firmato l’ordinanza che dal 31 dicembre 2023 alla mezzanotte del 6 gennaio 2024 nega ai romani di far esplodere petardi.

La spinta degli animalisti

A chiedere fortemente questo dispositivo comunale sono stati principalmente il popolo degli animalisti, anche se come al solito i “trasgressori” non mancheranno come ormai siamo abituati a constatare da alcuni anni. La legge in effetti dice che le operazioni relative all’utilizzo del materiale pirotecnico spettano esclusivamente ai professionisti. Malgrado questo però, i romani festeggiano senza essere sanzionati sebbene continuano ad usare i botti in barba al divieto.

Perché l’ordinanza

Il fine del dispositivo comunale non è limitato alla sola salvaguardia degli amici pelosi che patiscono letteralmente gli effetti di questa usanza in fondo discutibile. L’ordinanza vuole anche evitare il rischio di eventuali danni al patrimonio storico-archeologico della città. Si vuole poi tutelare i minori e la salute pubblica, va considerato che l’esplosione di materiale pirotecnico immette nell’aria agenti inquinanti come il biossido d’azoto e il PM10. Inutile evidenziare poi che ad ogni Capodanno la città registra incidenti di varie gravità, dovuti proprio ai botti.

Perché allora non si vieta la vendita?

Non è contemplato tra i poteri delle amministrazioni il divieto di vendita degli articoli pirotecnici, quindi l’unica via è il divieto di utilizzo di prodotti esplodenti e/o infiammabili che naturalmente sono potenzialmente pericolosi. I trasgressori potrebbero vedersi comminata una sanzione da 25 a 500 euro e il sequestro del materiale esplodente.

Un’ordinanza inutile?

No, è invece un provvedimento utile e necessario perché seppure sia oggettivamente impossibile operare controlli meticolosi sul territorio, negli anni questa pratica va scemando. Il fatto stesso di essere consapevoli che ci sia un divieto, costituisce per molti cittadini un deterrente quasi psicologico e comunque “arriva” l’azione di sensibilizzazione.

Oltretutto, a voler ragionare a rigore di logica, l’amministrazione è praticamente in obbligo ad emettere un dispositivo che richiami alla legge.

Immagine della Lega Anti Vivisezione