Dietrofront della maggioranza sul carcere ai giornalisti

Come sottotitolo andrebbe bene: “E meno male”, perché l’emendamento che proponeva pene così estreme aveva stupito non solo il mondo giornalistico ma tutto il Paese. Un provvedimento che se fosse passato avrebbe portato l’Italia alla stregua di quegli Stati dove la libertà di stampa è tutt’altro che la normalità.

Berrino

Il passo indietro era quasi scontato secondo gli osservatori, poiché i dubbi erano sorti immediati anche nelle fila dei partiti di maggioranza. A dare l’annuncio è stato proprio il senatore di Fratelli d’Italia Gianni Berrino, lo stesso che aveva presentato il testo la scorsa settimana. Ricordiamo che l’emendamento proponeva il carcere nei casi di diffamazione aggravata. Berrino ha dichiarato: “Avevo presentato due emendamenti per garantire la piena tutela delle persone offese da meccanismi da macchina del fango. La necessità di procedere con celerità all’approvazione del ddl sulla diffamazione, mi ha convinto a ritirare gli emendamenti che in ogni caso, alleggerivano sensibilmente le pene attuali”.

Il sindacato dei giornalisti

La proposta ha sollevato subito le proteste del Fnsi, il sindacato dei giornalisti. La segretaria Alessandra Costante aveva detto: “Parlare di carcere in caso di quella che viene considerata diffamazione grave significa voler mettere il silenziatore a molte inchieste giornalistiche”.

Il commento di Filippo Sensi

Il senatore del Partito democratico, Filippo Sensi, che ha dato la notizia della decisione di Berrino, ha commentato: “La destra ritira gli emendamenti sul carcere ai giornalisti. Resta un provvedimento orrendo, una vendetta che penalizza e punisce l’informazione. Dobbiamo fare una opposizione durissima, senza sconti. Tolta la foglia di fico, resta la vergogna”.

Foto: e-paper.it