Episodio tragico a Regina Coeli, detenuto trovato senza vita in cella

Un giovane detenuto di 23 anni, di origine romena, è stato rinvenuto senza vita nel bagno della sua cella all’interno del carcere di Regina Coeli, a Roma. Dalle prime informazioni, il ragazzo si sarebbe tolto la vita impiccandosi. Questo tragico evento è il quinto caso di suicidio tra i detenuti dall’inizio del 2025, a cui si aggiunge anche il suicidio di un agente penitenziario. In peggioramento la situazione delle carceri italiane, nel 2024 si è toccato un record drammatico: 89 suicidi tra i reclusi e 7 tra gli operatori penitenziari.

La voce del sindacato

Sulla vicenda ha commentato Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria. “La strage continua, alimentata dall’inerzia del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e del Governo Meloni”. De Fazio denuncia la mancanza di interventi adeguati per affrontare questa crisi umanitaria senza precedenti.

Il problema del sovraffollamento e lo scarso numero degli agenti

“Nel carcere di Regina Coeli si trovano attualmente 1.060 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 566 posti, mentre il personale della polizia penitenziaria assegnato è di sole 340 unità, a fronte di un fabbisogno minimo di 709, senza considerare il problema del sovraffollamento”. Ha voluto sottolineare il sindacalista. “La situazione è fuori controllo – ha aggiunto – e richiederebbe azioni immediate e concrete da parte delle istituzioni”.

Un problema nazionale

“Anche a livello nazionale – continua De Fazio – i numeri sono allarmanti: oltre 62.000 detenuti sono reclusi in strutture progettate per ospitarne 46.679, portando il sovraffollamento a sfiorare le 16.000 unità in eccesso. Allo stesso tempo, il corpo della polizia penitenziaria soffre di una carenza di oltre 18.000 agenti, rendendo impossibile qualsiasi tentativo di miglioramento organizzativo”.

Riformare?

Massimo Costantino, segretario generale di Fns Cisl Lazio, ha espresso la stessa preoccupazione. “È necessario un ripensamento radicale del sistema penitenziario. La situazione è sempre più insostenibile e rischia di portare al collasso. Il sovraffollamento, unito alla grave carenza di personale, sta seriamente compromettendo l’ordine e la sicurezza delle strutture. La condizione delle carceri è un indicatore del livello di civiltà del nostro Paese, ma non dobbiamo dimenticare che chi lavora in queste strutture ha il diritto di farlo in condizioni di sicurezza e serenità”.

Foto: terranostranews.it