Le carceri italiane, è inutile far giri di parole, rappresentano una vergogna nazionale. Non si parla solo di problemi dietro le sbarre, ma di una situazione che riflette l’incapacità cronica dello Stato di garantire dignità e sicurezza, sia ai detenuti che al personale. Da nord a sud, il sistema penitenziario è un disastro: strutture fatiscenti, sovraffollamento soffocante, personale allo stremo. È inaccettabile che, nel 2025, siamo ancora bloccati in uno scenario da incubo che nessuno sembra voler affrontare seriamente.
Lo scandalo sotto gli occhi di tutti
Regina Coeli, simbolo di questa deriva, nato come convento e trasformato in penitenziario senza mai adattarsi davvero alle necessità. Pierluigi Acunzo, coordinatore della Fp Cgil Polizia Penitenziaria ha commentato: “L’impianto del carcere è assolutamente insufficiente rispetto alla sua capacità”. La capienza prevista è di 628 detenuti. In realtà però sono più di 1000 persone stipate come sardine. È una situazione indegna persino per i peggiori regimi del passato.
Gli agenti
Sono costretti a lavorare in condizioni scandalose, con turni massacranti e risorse ridicole. Uno solo deve sorvegliare fino a 200 detenuti su tre piani, senza strumenti adeguati come telefoni funzionanti, videocamere o estintori. È come mandare in guerra soldati disarmati. Questo non è solo insostenibile, è disumano!
Un ambiente esplosivo per tutti
Parliamo chiaro: il sovraffollamento e l’abbandono strutturale non sono un semplice disguido. Sono bombe a orologeria pronte a esplodere. Per i detenuti significa vivere in condizioni degradanti, al limite della tortura. Per gli agenti, significa rischiare la vita ogni giorno, senza nessuna protezione. Chi lavora nelle carceri è esposto a conflitti, aggressioni e stress fisico e mentale, in un contesto che sembra ignorare la minima tutela per la salute e la sicurezza.
La droga entra dentro le mura
Come se non bastasse, il problema del traffico di droga dilaga. Durante la visita sindacale, sono stati scoperti tentativi di introdurre sostanze stupefacenti. In che razza di mondo viviamo se nemmeno una visita ufficiale riesce a garantire il minimo controllo?
Basta parole, servono fatti
La situazione delle carceri italiane non può essere più tollerata. Serve un piano di intervento immediato e radicale: più personale, strutture adeguate, strumenti di sicurezza e una vera lotta al sovraffollamento. È una questione di giustizia, ma soprattutto di dignità. Coò che accade a Regina Coeli è solo la punta dell’iceberg di un sistema marcio, che affonda ogni giorno di più nella vergogna. Quanto tempo ancora dovremo aspettare prima che qualcuno si decida ad agire? La pazienza è finita, e la domanda non è più “se”, ma “quando” esploderà questa crisi.
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