Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha smontato la decisione del Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini sulla precettazione dello sciopero indetto il 13 dicembre scorso dall’Unione Sindacale di Base. Il Tar dichiara illegittima l’ordinanza firmata dal ministro, che conteneva la durata dello sciopero da 24 a 4 ore. Il Ministero dei Trasporti, di conseguenza, dovrà pagare 2.500 euro di spese legali al sindacato.
Cos’era successo
Salvini aveva deciso di precettare lo sciopero programmato nel settore dei trasporti, riducendone la durata, “per evitare disagi significativi agli utenti”, aveva sostenuto il ministro. La misura interessava il trasporto ferroviario, il trasporto pubblico locale e il trasporto marittimo. L’USB, ritenendo ingiustificata la precettazione presentò ricorso al TAR, che aveva così sospeso l’ordinanza alla vigilia dello sciopero.
Il ministro continuò per la sua strada
Salvini aveva reagito accusando il Tribunale di causare “caos”. Il TAR però ha proseguito con l’analisi della vicenda. “L’Avvocatura dello Stato, che rappresenta il Ministero, ha cercato di evitare un giudizio di merito, sostenendo che, essendo lo sciopero già avvenuto, non ci fosse più necessità di valutare la legittimità dell’ordinanza”. I giudici hanno rigettato questa argomentazione, affermando che è interesse delle Parti chiarire la correttezza del provvedimento. Il TAR ha così stabilito che la decisione del ministro non aveva i presupposti legali per essere adottata. La Commissione di garanzia sugli scioperi si era già espressa sull’astensione dal lavoro, non ritenendo necessaria una riduzione delle ore.
La scelta del ministero non era giustificata
La decisione del ministro è, di conseguenza, giudicata priva di quei “profili di necessità e urgenza” che avrebbero legittimato la precettazione. Secondo i giudici, “il ministero ha agito autonomamente sulla base di una valutazione soggettiva, discostandosi arbitrariamente dal parere della Commissione”. La precettazione, definita uno “strumento extra ordinem“, può essere utilizzata solo in circostanze eccezionali per tutelare diritti fondamentali degli utenti. Nessuno degli atti prodotti dal ministero, però, ha dimostrato l’esistenza di tali condizioni.
Il ministero paga
Secondo il TAR, il provvedimento di Salvini sembra più una manovra politica che una misura dettata da necessità concrete. La sentenza potrebbe costituire un precedente importante per tutelare i diritti sindacali e contrastare decisioni arbitrarie. Il Tribunale ha quindi annullato il decreto di Salvini, infliggendo al ministero dei Trasporti il pagamento delle spese legali, pari a 2.500 euro, che sarà effettuato con risorse pubbliche. Oltre alle polemiche, il caso ha sollevato interrogativi sulla gestione politica del diritto di sciopero e soprattutto sulle reali motivazioni che hanno indotto il ministro a intervenire.
Foto tratta da Facebook