Gli USA escono dall’OMS, cosa cambia adesso?

Gli Stati Uniti si ritirano dall’OMS: una decisione dirompente e drammatica

Con un gesto che ha scosso la scena internazionale, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha posto la sua firma su un ordine esecutivo che decreta l’uscita degli USA dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il documento motiva questa scelta con accuse taglienti: “Una gestione disastrosa della pandemia di Covid-19 emersa a Wuhan, in Cina, e un fallimento sistematico nell’affrontare altre crisi sanitarie globali”.

L’ordine esecutivo evidenzia inoltre l’assenza di riforme urgenti e denuncia “l’incapacità dell’OMS di mantenere una reale indipendenza dai giochi politici di alcuni Stati membri”. Punta il dito, senza troppe velature, contro la Cina. Pechino viene accusata non solo di influenzare pesantemente l’agenzia, ma anche di spionaggio industriale nel settore farmaceutico. Trump non è nuovo a queste accuse, già nel maggio 2020 diceva che l’agenzia era “una marionetta nelle mani della Cina”. Nel suo discorso, il presidente non ha esitato a puntare il dito contro Pechino, responsabile, secondo lui, di “aver nascosto al mondo la verità sul virus di Wuhan”. Il risultato è stato devastante bilancio di vite umane perse e danni incalcolabili all’economia globale.

Il ruolo cruciale degli Stati Uniti

La decisione di Washington ha sollevato allarme e sgomento tra gli esperti di salute globale. Gli Stati Uniti, infatti, sono il principale sostenitore finanziario dell’OMS, contribuendo con il 16% del budget totale. (Ben 1,284 miliardi di dollari per il biennio 2022-2023). Di questi, una parte significativa è destinata a progetti specifici come la lotta alla poliomielite, alla tubercolosi, all’HIV e alle emergenze sanitarie.

Pareri preoccupanti

Senza tali risorse, avverte Lawrence Gostin, professore di salute globale alla Georgetown Law, l’OMS rischia di crollare sotto il peso delle sue stesse responsabilità. “L’organizzazione sarebbe costretta a ridimensionare drasticamente il personale scientifico e le operazioni di emergenza, con conseguenze devastanti per milioni di persone”.

Un impatto globale senza precedenti

Le ripercussioni del ritiro americano si estenderebbero ben oltre l’OMS. “Se gli Stati Uniti abbandonano, il vuoto lasciato non potrà essere colmato”, ribadisce Gostin, sottolineando come le capacità tecniche e il peso economico degli USA siano insostituibili. Inoltre, le collaborazioni con università e fondazioni americane, già messe a dura prova, potrebbero subire un ulteriore colpo, compromettendo decenni di cooperazione scientifica.

A complicare il quadro, la nomina di Robert F. Kennedy Jr. a capo del Dipartimento della Salute, figura controversa, nota per le sue posizioni antivacciniste. Questo sviluppo aggiunge ulteriore incertezza sulla futura direzione della politica sanitaria statunitense.

Una crisi di leadership nella salute globale

Mentre il mondo osserva con apprensione, l’uscita degli USA potrebbe aprire la strada a una maggiore influenza della Cina sull’OMS. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, ha affermato che Pechino continuerà a sostenere l’organizzazione, dichiarando che “il suo ruolo ne uscirà rafforzato”.

Secondo gli esperti di politica sanitaria globale il ritiro degli Stati Uniti potrebbe segnare l’inizio di un’era di maggiore frammentazione nella risposta alle crisi sanitarie. Ciò lascerà miliardi di persone più vulnerabili. Il professor Gostin non usa mezzi termini: “Sarebbe una catastrofe per la salute collettiva”.

In questo scenario, la domanda è inevitabile: chi raccoglierà il testimone di una leadership globale che gli Stati Uniti sembrano pronti ad abbandonare?

Nell’mmagine di copertina, tratta da foto sul web: il Direttore Generale OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus e il Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump