Concluso il mese di aprile, per i potenziali beneficiari della cassa integrazione è sfumata definitivamente la speranza di poter ricevere sul proprio conto i soldi attesi entro il 30 aprile, la fatidica data inizialmente considerata dal governo come limite ultimo per accreditare i soldi. A un mese e mezzo dall’approvazione del decreto Cura Italia, milioni di italiani sono ancora in attesa dell’assegno: per la cassa integrazione ordinaria e l’assegno ordinario, soltanto il 65% dei beneficiari ha ricevuto già i soldi sul proprio conto corrente.
Basandoci sui numeri dell’INPS, il 29 aprile risultavano poco meno di 8 milioni di beneficiari complessivi della Cassa integrazione ordinaria e dell’assegno ordinario. Ma il pagamento è arrivato solo a 5 milioni di loro, ai quali i soldi sono stati principalmente anticipati dalle aziende con conguaglio INPS, mentre gli altri sono in attesa di pagamento diretto.
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Per le domande di Assegno ordinario, quelle inviate ai Fondi sono state finora 178mila, per un totale di 2.8 milioni di beneficiari. Di queste domande, 1.5 milioni risultano essere con pagamento a conguaglio già pagate e 1.4 milioni con pagamento diretto. Le domande in istruttoria sono 76mila, di cui meno della metà sono state autorizzate.
Al 29 aprile, le richieste di pagamento diretto già pervenute all’INPS tramite il Modello SR41, quello che le imprese mandano con gli IBAN dei lavoratori e le ore effettive di cassa, sono circa un terzo del totale stimato: 147.300 per un totale di 554.000 beneficiari. In relazione a tali richieste INPS ha effettuato 75.687 pagamenti per 262.000 beneficiari.
La situazione dunque resta critica, ma lo è ancora di più per la cassa integrazione in deroga, che prevede una platea di beneficiari di circa 2.3 milioni di individui, ma soltanto poco più di 35mila hanno ricevuto già i soldi. L’INPS ha ricevuto 140 mila domande di autorizzazione al pagamento, di cui più della metà sono state autorizzate dall’ente previdenziale e 17 mila già pagate.
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La situazione più complicata si registra in Sardegna: attualmente è l’unica Regione italiana a non aver ricevuto alcun pagamento della cassa integrazione, dopo aver inviato 570 domande all’INPS e aver ricevuto l’autorizzazione per 359 di queste. Va detto che la Sardegna è stata l’ultima a far partire il flusso verso l’INPS, con le prime domande che sono arrivate il 23 aprile, ma questa non può essere una giustificazione per l’assenza di pagamenti. Anche perché la Sicilia, che aveva inviato il primo flusso addirittura il 22 aprile, ne ha viste pagare appena 76 di domande su 945 presentate.
Tra le Regioni più efficienti, spiccano Marche (prime domande al 14 aprile e conta il più alto numero di beneficiari pagati, pari a 7mila, a fronte di 3mila domande liquidate su un totale di 6mila autorizzate), Lazio (6mila persone pagate, anche se le domande liquidate sono solo poco meno di 3mila) e Campania (5.7mila beneficiari che hanno ricevuto l’assegno per 2.7mila domande).
Buona posizione anche per Veneto e Liguria, con rispettivamente 3.6mila e 2.3 mila beneficiari già pagati, ma anche la Puglia (2.2 mila). Toscana e Umbria ne contano rispettivamente 1.7mila e mille, mentre sono tra 500 e 1000 Calabria, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Valle D’Aosta. In basso alla classifica, troviamo Lombardia, Molise e Abruzzo.