Anche Trevi nel Lazio, nonostante sia un piccolo paese, ha fatto la storia della Val d’Aniene se non addirittura quella del Lazio, grazie alla presenza dei bellicosi Equi, uno degli ultimi popoli a cadere soggiogati dal dominio di Roma; diversi sono i personaggi illustri, tra cui Domenico Pierantoni, storico che visse a cavallo del XVII° e del XVIII° secolo e che diede una importante testimonianza, sia di come si viveva nel Lazio in quei tempi, sia che fu precursore della odierna archeologia.
Domenico nacque a Trevi nel 1646, il 17 gennaio, da donna Maddalena Germani e padre Bernardino, in una casa sita vicino al Castello Caetani; giovane diligente e studioso, entrò nel 1661 nel Seminario Romano, conseguendo 7 anni dopo una laurea in filosofia, seguito dalla guida spirituale di padre Giovan Battista Menocchio.
Seguendo questa vocazione spirituale, ma anche scientifica, Domenico Pierantoni, lasciò Trevi all’età di anni trentuno, nel 1677, entrando a far parte della “Compagnia di Gesù”, dove rimase per circa 50 anni fino alla sua morte.
Dal 1679 al 1694, divenne insegnante per i Collegi retti dai Gesuiti, dal 1695 al 1707, fu nominato archivista per la Casa Professa del Gesù, a Roma; dal 1708 al 1727, anno della sua morte, fu Direttore Spirituale del Seminario Romano.
Durante l’arco della sua vita, Pierantoni scrisse molto, la più conosciuta e voluminosa delle sue opere, è senz’altro “Memorie del Lazio”, composta da oltre 25 volumi, dei quali purtroppo il XIX° e il XX° sono andati perduti; quest’opera è rilegata in pergamena, con lacci di chiusura, ogni volume ha un indice di consultazione per gli argomenti.
Si pensa che l’opera sia stata una sorta di bozza, con appunti di notizie e documentazioni, per comporre successivamente una pubblicazione di massa, con un libro riguardante la storia del Lazio, sarebbe bello se si riuscisse a recuperare i libri mancanti, magari conservati in qualche cantina o soffitta, di qualche inconsapevole cittadino e completare la pubblicazione dell’opera!
A Domenico Pierantoni, la città di Trevi nel Lazio, ha dedicato il museo archeologico ospitato all’interno del Castello Caetani.