Subiaco, il comune mette “in vendita” il laghetto di San Benedetto

Quando alla nostra Redazione  è giunto il comunicato stampa da parte del comune non volevamo crederci, ci siamo stropicciati gli occhi più e più volte rileggendolo.

Ormai noto con il nome di “Caraibi della Capitale”,-Recita il comunicato-il laghetto di San Benedetto a Subiaco è da tempo meta di turisti e visitatori, attratti da un ambiente unico e suggestivo.

Per questo motivo, il Comune di Subiaco ha deciso di regolamentare gli ingressi al sito naturalistico, preservandone l’immenso valore e fornendo maggiori servizi ai frequentatori.

Fin qui niente di strano, vista anche l’emergenza sanitaria in corso, che dovrebbe vedere il Comune protagonista nella lotta agli assembramenti … Ma poi:

Gli ingressi saranno controllati e sarà prevista una piccola quota d’accesso per i non residenti (1.50 euro/persona) nei periodi di maggiore affluenza. Previsti lavori di sistemazione dell’area e l’incremento dei servizi offerti, tra cui un punto ristoro dedicato e servizi igienici. Giro di vite anche per la gestione dei rifiuti, che sarà agevolata seppur nel rispetto del conferimento differenziato.

In pratica il laghetto sarà  molto probabilmente appaltato a una gestione privata o para comunale, sottraendolo gratuitamente alle visite di chi non ha la fortuna di abitare a Subiaco, mettendo in atto l’ennesima speculazione su un anfratto naturalistico e non certo opera dell’uomo, tantomeno del comune di Subiaco, che dovrebbe prendersene cura a prescindere.

Infatti, il tanto rinomato laghetto “caraibico” è stato a lungo bistrattato, con immondizia che faceva da padrona e solo dopo un servizio giornalistico, il Comune di Subiaco  si è  “svegliato”, ricordandosi delle bellezze presenti sul proprio territorio.

Regolare la gestione del laghetto di San Benedetto -Conclude il comunicato-ha un duplice valore: da un lato, tutelare il patrimonio naturalistico e paesaggistico che rappresenta per l’intero territorio, dall’altro, offrire ai tantissimi visitatori servizi adeguati e coerenti con l’offerta turistica cittadina.

Auspichiamo che questo sia solamente un pesce d’aprile fuori stagione e non la folle idea di appropriarsi di un bene pubblico gratuito da sempre, patrimonio di Subiaco,  quanto dell’umanità.