Quanto detto da Ernesto Abate, Segretario nazionale del SIFUS CONFALI per i ‘Consorzi di bonifica’, scaturisce dalle seguenti riflessioni e considerazioni che lui stesso elenca:
“Premesso che i Consorzi di Bonifica sono una delle istituzioni principali per la realizzazione degli scopi di difesa del suolo, di risanamento delle acque, di fruizione e di gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico rurale e sociale e di tutela degli assetti ambientali ad essi connessi”; considerato che i Consorzi di bonifica sono enti pubblici economici a struttura associativa, persone giuridiche pubbliche ai sensi dell’art. 862 c.c., ed operano secondo criteri di efficienza, trasparenza ed economicità; considerato che l’esposizione debitoria nei Consorzi di Bonifica in molti comprensori irrigui si è ormai incancrenita e che non si ravvisano efficaci piani di contenimento della spesa, né tantomeno di rifunzionalizzazione dei servizi; considerato che per i Consorzi di Bonifica in Italia è in corso il Piano Nazionale di Resilienza e di Rilancio (Pnrr) che utilizza fondi europei; considerato che in termini di risanamento la legge da per presupposta la nozione di Piano il cui contenuto è assolutamente discrezionale; preso atto che alla base del risanamento devono essere contemplate le modalità attraverso le quali l’ente effettua il recupero dell’equilibrio finanziario e il recupero dell’esposizione debitoria; considerato che per il primo punto occorre il ripristino delle condizioni per cui le entrate consentano di fronteggiare le uscite, mentre per il secondo punto occorre un programma di ristrutturazione con previsione del pagamento (in parte integrale) dei creditori… se ne deduce che il Piano richiede considerazioni di profili industriali, finanziari ed economici e deve prevedere il mantenimento della continuità dell’impresa.”