L’aumento dei poveri e dei “nuovi poveri” costringe le associazioni umanitarie e benefiche ad uno sforzo maggiore per portare aiuto a quanti più possibile. Le risorse tuttavia non sono infinite ed è sempre poco quello che i cittadini in difficoltà possono ottenere da queste istituzioni. La chiave di volta spesso è molto più semplice ed alla portata di chiunque, di quanto si possa immaginare, basta contribuire attivandosi per produrre “ricchezza” da ridistribuire. Questo è quanto accade nella diocesi di Acireale (CT) dove si produce la marmellata biologica solidale di Don Orazio Caputo, presidente dell’associazione Mai più soli e vicedirettore della Caritas di Acireale.
Creare opere solidali
Dopo l’apertura dell’emporio solidale Madre Teresa di Acireale, dove sono raccolti e ridistribuiti abiti ancora in buono stato, Don Orazio prosegue nella sua opera di carità. In un terreno di 4 mila metri quadrati, concesso in comodato d’uso dalla diocesi, sito dell’Eremo di sant’Anna di Aci Catena, l’Associazione Mai più soli, ha dato il via ad una coltivazione di frutti. Questi poi vengono impiegati per la produzione di confetture (confezionate da un’azienda specializzata).
Gli operai
Forse non si tratterà di personale altamente specializzato ma, gli “operai” che producono marmellata sono gli stessi cittadini che beneficiano dell’aiuto dell’Associazione e lo stesso Don Orazio Caputo. I frutti per le confetture sono limoni, arance amare, mandarini e fichi.
L’iniziativa benefica è stata presentata alla Fiera dello Jonio in uno spazio allestito allo scopo. Alla presentazione sono intervenuti il vicesindaco di Acireale, Valentina Pulvirenti e l’assessore Laura Toscano, organizzatrice della Fiera.
Il ricavato
Il denaro che sarà ricavato dalle confetture biologiche verrà reinvestito nell’attività e in ulteriori opere di carità.
Il promotore del progetto, Don Orazio, ha descritto questa occasione come “Un’esperienza di solidarietà, laboriosità e amicizia”. Ha inoltre spiegato che la volontà è quella di “individuare iniziative interessanti da proporre a coloro che non sono riusciti a trovare spazio nella società e nel mondo del lavoro”. Poi racconta che in pochi mesi sono riusciti a passare dall’idea ai fatti, grazie alla dedizione di tutti, ed in particolare, precisa Don Orazio, del vescovo Raspanti. Conclude poi il suo commento precisando che “donare qualcosa di proprio, può essere semplice, ma non crea attività e non garantisce il futuro. Insieme a persone svantaggiate è possibile, invece, creare comunione e sostentamento”.
Siciliani brava gente
Una storia di ordinaria umanità che mostra quanto importante possa essere la volontà e il sacrificio comune per il raggiungimento di un obiettivo. In questo momento di crisi, dove tutti sono attenti alle spese ed i percorsi solidali languono di risorse è significativo riuscire ad implementare una sorta di auto-aiuto. In questo modo si riesce ad apportare una piccola solidità economica supplementare. Sempre più spesso le storie dei cittadini siciliani mostrano risvolti che sono d’insegnamento per tutti. Forse perché quel cuore caldo dei siciliani proprio non ce la fa a rimanere insensibile.
Foto tratta da video Youtube