Il vice presidente di Amazon, Tim Bray, ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni perché non concorda la scelta della società, di Jeff Bezos, di “licenziare i magazzinieri che avevano protestato impauriti dalla pandemia di Covid-19″.
Il suo fine rapporto lavorativo l’ha annunciato attraverso una lettera pubblicata sul proprio sito web, terminando di fatto la sua collaborazione dopo sei anni.
Al centro della polemica, l’ex vice presidente ha lanciato accuse pesanti ad Amazon, affermando che licenziare e denigrare i dipendenti promotori di proteste, in quanto preoccupati per la situazione lavorativa durante la pandemia del coronavirus, è inaccettabile.
Nel concludere, Bray senza mezzi termini, afferma che i licenziamenti dei lavoratori sono “progettati per creare un clima di paura” e “rimanere vicepresidente di Amazon avrebbe significato approvare le azioni che ho disprezzato“.