L’ abbandono dei rifiuti causa principale del degrado urbano
Tante sono le motivazioni che spingono determinati soggetti ad abbandonare i rifiuti, alcune sono di ordine economico, altre sono legate a cattiva abitudine e a un senso diffuso di maleducazione, in tutti i casi comportamenti simili dimostrano la non partecipazione alle regole del buon vivere e sono contrarie al senso di appartenenza ad una determinata comunità, che comporta il rispetto dei beni comuni. Le condizioni di degrado dell’ambiente testimoniano come da non tutti sia a cuore il decoro urbano e come ogni occasione di riunioni all’aperto o in prossimità di esercizi enogastronomici dia luogo all’abbandono nelle sue prossimità di lattine di bibite, bottigliette di vetro e cartacce. Questo già è diventato un costume che affligge, purtroppo, ormai i centri storici e a cui ci siamo abituati, lo si etichetta con la parola ‘Movida’, lo si sopporta e sembra che sia un fenomeno a cui è difficile porre un rimedio.
Il contrasto da parte di diversi attori al fenomeno dell’abbandono dei rifiuti
D’altro canto, questo fenomeno è contrastato dalla buona volontà di alcuni cittadini che riuniti in associazioni propongono delle ‘giornate ecologiche’ nelle quali si danno molto da fare, con entusiasmo, per raccogliere i rifiuti abbandonati e restituire ai centri storici, ai parchi e alle spiagge, la loro naturale bellezza. Ma a quanto pare queste iniziative che nascono da motivazioni lodevoli da parte di cittadini che amano i siti nei quali vivono non sono bastevoli ad attenuare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti ed allora è necessario far conoscere come tale illecito può dare origine ad una serie di penalità nei confronti dei trasgressori, poi sta alla disponibilità delle Forze dell’Ordine e alla Polizia Municipale fare applicare tali disposizioni e somministrare le multe, mentre per le situazioni più gravi si configura un vero e proprio ‘reato ambientale’, punibile con sanzioni più gravi.
Il Codice dell’Ambiente e la sua disposizione sanzionatoria
La conseguenza più immediata per i trasgressori è la multa, che serve a scoraggiare chi non utilizza gli appositi centri di raccolta, otre questa sanzione ci sono altre conseguenze più gravi, infatti, per alcune ipotesi di reato più grave è prevista anche la detenzione. La nostra legislazione ha preso in considerazione la tutela ambientale predisponendo il Codice dell’Ambiente, che configura l’abbandono dei rifiuti come un vero e proprio illecito, lo classifica infatti come ‘reato ambientale’. In particolare, l’articolo 192 del Codice dell’Ambiente vieta l’abbandono e il deposito incontrollato dei rifiuti: sul suolo, nel sottosuolo, nelle acque superficiali, nelle acque sotterranee. Il Codice dell’Ambiente nel comminare le pene fa una differenza nei trasgressori a seconda che siano ‘persone fisiche’ o ‘persone giuridiche’, per queste ultime le sanzioni sono più gravi. Ed ora veniamo alle pene, per le persone fisiche per l’abbandono dei rifiuti si applica un’ammenda che va da 300 euro a 3.000 euro quando i rifiuti abbandonati non sono considerati pericolosi, infatti, i privati cittadini che abbandonano rifiuti pericolosi sono infatti punibili con una sanzione raddoppiata, e questa sanzione è anche prevista anche nel caso in cui il materiale abbandonato sia un prodotto da fumo, come ad esempio un mozzicone di sigaretta.
Sanzioni applicabili alle ‘persone giuridiche’
La situazione sanzionatoria è più grave se la trasgressione è effettuata da ‘persone giuridiche’, come ad esempio le imprese, per tali configurazioni il Codice dell’Ambiente è più severo nella considerazione che queste effettuano un illecito che comporta rischi più gravi sia per la dimensione del danno sia per la pericolosità delle produzioni industriali. Difatti il Codice dell’Ambiente contempla pene per i responsabili che vanno dall’arresto da 3 mesi a 1 anno e l’ammenda compresa tra 2.600 e 26.000 euro in caso di rifiuti non pericolosi e l’arresto da 6 mesi a 1 anno e un’ammenda invariata se gli scarti sono considerati pericolosi. Oltre il regime sanzionatorio il Codice dell’Ambiente prende in considerazione il principio ‘del ripristino dello stato del luogo’, che si traduce nel pagamento dei servizi necessari alla pulizia.
Una riflessione sulla possibilità di porre un argine all’abbandono dei rifiuti
Queste norme predisposte dal Codice dell’Ambiente ci fanno riflettere come la materia sia dettagliatamente regolata, come sia possibile contrastare i trasgressori attraverso operazioni di denuncia alle autorità predisposte alla tutela della cosa pubblica, ma anche come tali norme possono porre un momento di riflessione a privati e imprese affinché possano portare avanti le loro attività nel rispetto del comune patrimonio ambientale.