Il pagamento elettronico per mezzo di carte e bancomat è diffuso da anni, ma capita ancora che ci si possa imbattere in attività commerciali sprovviste di tali mezzi. Il fenomeno sarebbe più diffuso nei piccoli paesi, dove si conosco tutti ed è più difficile che avvengano segnalazioni. Anche nelle grandi città però, non mancano esercizi dove vengono permessi solo pagamenti in moneta sonante.
Volendo accantonare il concetto di lotta all’evasione fiscale, motivo principale che induce i governi ad incentivare questo tipo di transazione, va detto che il pagamento con carta o bancomat è ritenuto comodo e pratico da moltissimi consumatori. Non appare quindi corretto che alcuni esercenti ne impediscano l’accesso ai cittadini accampando false motivazioni o spese di commissione da capogiro.
I costi proibitivi?
Il circuito dei pagamenti con POS è ormai evoluto al punto che non necessita nemmeno più una linea fissa per la connessione. Sono disponibili sistemi alternativi che ne permettono l’utilizzo grazie alla connessione al telefono cellulare. Inoltre questi terminali hanno un costo davvero irrisorio. Anche il costo delle tanto temute commissioni sulla transazione, è andato nel tempo livellandosi verso percentuali davvero irrisorie. In poche parole, dotarsi di un sistema che accetti transazioni elettroniche, costa realmente pochissimo. Quindi chi si ostina a non optare per questa soluzione, evidentemente lo fa per ragioni diverse…
La legge ora non ammette più deroghe
Il termine ultimo per l’adeguamento ai pagamenti elettronici è il 30 giugno. Entro questa data commercianti, studi professionali e imprese dovranno dotarsi del POS e accettare moneta elettronica. Sono soggetti all’adeguamento anche coloro che offrono servizi e prodotti come ad esempio i dentisti, i tassisti…). Il termine è fissato nel nuovo decreto di attuazione del PNRR del 13 aprile scorso. Il governo anticipa al 1 luglio (era prevista il 1 gennaio 2023) l’entrata in vigore delle sanzioni.
Così a partire da tale data per chi rifiuterà carte di pagamento scatterà una multa.
Limiti di pagamento e multe
La Norma non prevede che ci debba essere una soglia minima per il pagamento elettronico. Questo vuol dire che si avrà diritto anche di voler pagare un caffè al bar con carta di credito. Un elemento che ancora fa sorridere, ma solo perché ancora la mentalità di ricorrere alla moneta elettronica non è così radicata. Il futuro (non troppo lontano) ci vedrà tutti protagonisti di transazioni senza ricorso al denaro contante.
A chi continuerà a pretendere il pagamento in denaro liquido anche alla data del primo luglio, sarà comminata una sanzione di 30 euro e di una somma pari al 4% della transazione negata. Per chiarezza, se un commerciante rifiuta di accettare un pagamento di 100 euro, la multa conseguente sarà di 30 euro + 4 euro.