La denuncia è arrivata dal Comitato per l’Aniene, nuovi prelievi idrici dovrebbero essere effettuati da ACEA ATO 2 che la scorsa settimana ha avanzato una richiesta di aumento temporaneo di ulteriori 190 litri al secondo ad integrazione dei 360 che già vengono succhiati.
La motivazione del prelievo che avverrebbe dalla sorgente del Pertuso si adduce sull’approvvigionamento degli acquedotti del Simbrivio e della Doganella, ma è davvero necessaria?
A partire dal fatto che tornando a lavorare le persone usciranno dalle abitazioni con un conseguente minore fabbisogno idrico, ma le migliaia di attività sparse sul territorio chiuse fino ad adesso non ne hanno necessitato, lasciando quindi sostanzialmente piene le riserve idriche.
Il caldo che ha caratterizzato i primi mesi dell’anno, la siccità che ha proseguito fino a maggio, sono tutti fattori che mettono seriamente a rischio l’ecosistema fluviale qual’ora si procedesse al prelievo di 550 l/s come richiesto dal colosso monopolizzatore del servizio idrico.
Da anni i sindaci di decine di comuni si battono per contrastare gli abusi e le pretese di un’azienda che tiene in pugno il bene più prezioso e vitale : l’acqua.
Inoltre è risaputo che circa il 40% dell’acqua andrebbe dispersa a causa della rete colabrodo, che ACEA avrebbe potuto sistemare approfittando proprio della tranquillità lavorativa fornita dal lockdown. Sembra invece che riparare le tubature, sia più conveniente succhiare altre risorse a discapito di chi il fiume lo vive per la pesca, per il canottaggio o anche semplicemente per una passeggiata.
Già in questo periodo il livello dell’acqua risulta molto basso, ulteriori prelievi metterebbero a rischio la vita della fauna ittica con conseguenze catastrofiche, anche perchè è anche grazie a questa se il fiume risulta pulito. Sono i famosi gamberi di fiume gli spazzini che eliminano parte dei rifiuti organici che finiscono in acqua.
ACEA non è l’unico ente che sfrutta il fiume, gran parte di esso è infatti monopolizzato da ENEL, che a sua volta attinge a risorse idriche che dovrebbero essere di proprietà esclusiva della Comunità e non date in gestione ad enti privati con i quali i cittadini si trovano a scontrarsi ogni giorno, tra conguagli, interruzioni cadenzate dei servizi e dispersione dei flussi.