Agli arresti cinque marocchini accusati di tortura e rapina aggravata. Un sesto componente della banda risulta ancora ricercato.
Le indagini
La Squadra Mobile della Questura di Verona, in collaborazione con la Sezione di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polfer di Verona e Trentino Alto Adige, ha concluso le indagini. Arrestati cinque componenti di una banda di cittadini originari del Marocco con le accuse di rapina aggravata, torture, lesioni personali aggravate e deformazione dell’aspetto della persona.
Le indagini erano scaturite dopo la brutale aggressione dello scorso 29 maggio ai danni di un marocchino di 26anni. La vittima, nota alle forze dell’ordine, dieci giorni prima aveva compiuto un gesto eroico tentando di salvare un cittadino somalo caduto nel canale Camuzzoni. (E tutt’ora disperso).
Il fatto
Il 26enne nella notte tra il 28 e il 29 maggio era stato sorpreso nel sonno da sei connazionali, in un edificio abbandonato. Lo avevano immobilizzato e poi legato a mani e piedi lo avevano picchiato a sangue con bastoni e bottiglie. I colpi inferti gli hanno provocato gravi lesioni e deformazioni permanenti del viso.
Prima di liberarlo lo avevano rapinato di 400 euro e dello smartphone. Anche un amico della vittima che stava rientrando nell’edificio, testimone del fatto, è stato a sua volta picchiato e derubato dalla banda dei soldi e del cellulare.
Gli inquirenti sono arrivati all’identificazione dei responsabili e alla ricostruzione dei fatti e oggi, mercoledì 5 giugno, sono stati emessi sei decreti di fermo nei confronti dei cittadini marocchini. Sono tutti noti alle forze dell’ordine e sono irregolari sul territorio. Uno dei sei colpiti da provvedimento giudiziario, risulta ancora ricercato.
Foto generica da questure.poliziadistato.it