Un una notte carica di inquietudine. Torre Gaia, quartiere ad Est della Capitale, è stato teatro di un’operazione fulminea dei Carabinieri della Stazione di Tor Bella Monaca. Un’operazione culminata con l’arresto di un uomo di 38 anni, romano, disoccupato e già noto alle forze dell’ordine. L’individuo, celava armi micidiali tra le pieghe dei suoi vestiti, la sua automobile e perfino tra le mura della sua casa.
Notato e segnalato ai carabinieri
Tutto ha avuto inizio poco dopo la mezzanotte e venerdì 25 aprile era appena iniziato. Un cittadino, turbato da una figura che si aggirava con fare furtivo lungo via del Fuoco Sacro, nella zona di Torre Gaia, ha lanciato l’allarme. Nella telefonata al 112, la voce affermava: “…Sembrerebbe armato”.
Due pistole in tasca
Non c’è stato tempo da perdere. In pochi istanti, i Carabinieri hanno intercettato l’uomo, guidati dalla descrizione fornita. Il sospetto è stato fermato e sottoposto a perquisizione e quello che ne è emerso ha destato subito allarme. Addosso, nascondeva due pistole, una calibro 9 e una 7,65, entrambe con la matricola cancellata e già pronte a sparare, colpo in canna. Ma questo era solo l’inizio dell’orrore.
Un fucile in auto
La pattuglia ha esteso i controlli al veicolo dell’uomo, parcheggiato poco distante. All’interno, giaceva un fucile semiautomatico calibro 12, anch’esso privo di matricola, carico e pronto all’uso, insieme a 35 proiettili calibro 7,65. Un’armeria su quattro ruote.
Una carabina in casa
I militari hanno infine varcato la soglia dell’abitazione dell’indagato, in via Domenico Parasacchi. in casa è stata rinvenuta una carabina calibro 4,5, anch’essa clandestina, con matricola abrasa e ribattuta.
L’intero armamento è stato sequestrato. L’uomo è stato ammanettato con l’accusa di detenzione illegale di armi da fuoco e trasportato nel carcere di Regina Coeli. Il giudice ha convalidato l’arresto. Le indagini ora si addentrano in territori ancora più incerti: da dove provengono quelle armi? A quali crimini possono essere legate? Gli specialisti del RIS di Roma analizzeranno ogni singolo proiettile, ogni arma, per cercare indizi utili.
Una tragedia forse evitata, grazie a una telefonata, un gesto di coraggio e la capacità delle forze dell’ordine. Chi può dirlo? Ma certamente quelle armi a qualcosa dovevano servire.
Foto: ansa.it