Arrivano i bandi per le concessioni balneari

Arrivano i bandi per le concessioni balneari

L’estate si avvicina, ma sulle coste italiane si addensano nubi cariche di tensione. Le amministrazioni locali, con il fiato sul collo delle autorità europee, si apprestano a varare i primi bandi per l’assegnazione delle concessioni balneari, innescando una battaglia destinata a scuotere le fondamenta di un sistema radicato da decenni.

Una concessione “a carattere ereditario”

Per anni, le spiagge italiane sono state dominio incontrastato di famiglie che, di generazione in generazione, hanno gestito stabilimenti, noleggiato ombrelloni e servito piatti di pesce vista mare. Un’eredità apparentemente intoccabile, ma che ora rischia di sgretolarsi sotto il peso delle richieste di Bruxelles. L’Unione Europea ha parlato chiaro: basta privilegi, basta proroghe, è ora di aprire le spiagge alla concorrenza. Una direttiva che l’Italia avrebbe dovuto rispettare già nel lontano 2006, ma che è stata ignorata, rimandata, aggirata. Ora il tempo è scaduto.

L’egemonia delle licenze

La scadenza delle concessioni a fine 2023 ha riacceso il conflitto, scatenando il panico tra i gestori storici. Il timore? Vedere le proprie attività, costruite con anni di sacrifici, finire nelle mani di colossi imprenditoriali, magari stranieri, capaci di spazzare via in un attimo le piccole realtà locali. Le proteste si sono fatte sempre più accese, tra manifestazioni e appelli disperati al governo. Ma è anche vero che tali concessioni non possono essere considerate di dominio esclusivo dei detentori attuali.

La buona uscita

Nel tentativo di placare gli animi, a settembre 2024 il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto: una tregua temporanea, non una soluzione definitiva. Le attuali concessioni resteranno in vigore fino al 30 settembre 2027, con l’obbligo di avviare le nuove gare entro giugno dello stesso anno. In alcuni casi, il termine potrebbe slittare fino a marzo 2028, ma la direzione è ormai segnata. Le nuove concessioni, con una durata compresa tra 5 e 20 anni, costringeranno i nuovi gestori a pagare un’indennità ai concessionari uscenti per le strutture preesistenti.

Trasparenza con qualche incertezza per i bagnanti

Si tratta di una riforma che promette di portare maggiore trasparenza e competitività, ma che per molti è il preludio di un futuro incerto. Le spiagge italiane, simbolo di un’industria florida e legata alla tradizione, stanno per essere travolte da una tempesta senza precedenti. I piccoli imprenditori riusciranno a sopravvivere all’assalto delle multinazionali? I bagnanti vedranno migliorare i servizi o si troveranno di fronte a prezzi proibitivi e un’offerta standardizzata?

Mentre la bella stagione si avvicina, l’Italia trattiene il respiro. Le sue spiagge, un tempo luoghi di svago e relax, stanno per diventare il campo di battaglia di una rivoluzione che nessuno ormai può più fermare.

Foto greenme.it

 

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