Auto elettrica. Il Green Deal forza il prodotto cinese ma non quello Ue

L’analisi del parlamento europeo evidenzia che in materia di mobilità sostenibile il made in China è maggiormente esportato. Superiore per innovazione e costi contenuti rispetto al prodotto europeo. Questi i dati relativi al 2023 ma nei prossimi anni lo scenario potrebbe restare invariato.

Subiamo la concorrenza

La sfida sull’auto elettrica sta vedendo l’Europa indietro rispetto al competitor cinese, al quale è di fatto affidata la trasformazione della mobilità. Sono questi gli effetti del Green Deal che in ambito di mobilità spinge il comparto dell’auto della Repubblica popolare. La Ue ha stimolato un mercato del quale tuttavia non assume la leadership, subendo la concorrenza probabilmente ancora per i prossimi anni.

La vendita di veicoli elettrici è in forte espansione. A livello globale nel 2022, le vendite sono state pari a 10 milioni di unità, cioè 100 volte di più rispetto al 2021, passando così dal 9 al 14% del totale delle auto vendute. Quota che, secondo le previsioni dell’Agenzia internazionale per l’energia, è destinata a salire. La quota di mercato nell’Unione europea per le auto elettriche, è aumentata di 6 volte dal 2019. Anno di insediamento dell’attuale Commissione, che ha varato il Green Deal.

Il problema sono i costi

Sono i costi a frenare l’evoluzione dell’industria dell’auto elettrica made in Ue, le industrie faticano a contenere i prezzi a causa degli elevati costi delle batterie. Queste determinano il 30/50% del costo totale di un veicolo elettrico. La Cina invece è riuscita a prosperare in questo ambito. La sfida sull’elettrico si è quindi rivelata un clamoroso autogol per l’Unione europea. Se la Ue indica la linea, è la Cina a gestire i processi industriali e le catene di montaggio. La transizione verde dell’Europa favorisce così Pechino. Anche considerando che il 65% delle celle delle batterie e l’80% dei catodi, sono di produzione asiatica.

Inversione di tendenza

Per invertire la rotta occorrono più investimenti in ricerca e sviluppo. In Europa non si sta facendo abbastanza per l’innovazione dei veicoli elettrici. Nessuna azienda è innovatrice di punta per l’architettura software, per la connettività o per la guida autonoma. Questo, insieme ai costi delle materie prime, è un altro fattore che favorisce il mercato asiatico.

Per sottrarsi al “potere” della concorrenza cinese occorrono sforzi politici indirizzati ad accessi sicuri a batterie e semiconduttori a prezzi sostenibili. Il documento di lavoro del Parlamento europeo definisce il tentativo di trasformazione economica come un processo non semplice, divenuto ancora più complesso per questi fattori.

Immagine creata da IA

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