Alla cerimonia, promossa dal Comune di Bari in collaborazione con l’associazione Libera Bari, rappresentata dalla referente regionale Alessandra Ricupero, hanno partecipato il vice sindaco di Durazzo Florian Tahiti, il prefetto di Durazzo Roland Nasto, la console generale di Albania a Bari Gentiana Mburimi e i presidente dell’autorità portuale Ugo Patroni Griffi.
Il testo della targa, composto dall’intellettuale albanese Piro Milkani, è stato tradotto in italiano da Alma Hado, docente di italianistica: la targa riporta il testo in entrambe le lingue per ricordare il profondo legame tra il popolo albanese e la città di Bari in un luogo di approdo e partenza tra le due sponde dell’Adriatico.
Di seguito il testo della targa:
Non vi sono parole per il tuo gesto di amore per la vita.
Difendendo gli indifesi e i più deboli, sei ormai ambasciatore di pace
in questo mondo pieno di odio, intolleranza e assurdità.
Benedetti siano i genitori che ti hanno dato questo bellissimo nome. Florian!
di oro sei tu con il tuo gesto sublime. (trad. Alma Hado- docente di italianistica)
1989-2014
“Abbiamo voluto affiggere questa targa, qui, nel porto, dove Flori ha incontrato per la prima volta la nostra città – spiega Decaro intervenuto alla cerimonia -, perché qui, su questa banchina, dove sono sbarcati i sogni e le gambe di migliaia di giovani anime come Flori, noi vogliamo lasciare una traccia di umanità. Al mare, lo stesso mare che ha condotto Flori nella nostra terra, lo stesso mare che per secoli ha segnato il destino della nostra città, noi affidiamo il ricordo di una giovane vittima morta per mano mafiosa. Perché per questa città il mare ha sempre rappresentato un ponte, un amico, una ricchezza, un lavoro, una possibilità di crescita, un anello di congiunzione tra culture differenti. Le stesse cose che per Flori rappresentavano l’Italia e Bari. Con lui e la sua famiglia, in quel lontano agosto di 6 anni fa, presi un impegno. La mia città non avrebbe abbassato la testa dinnanzi a quella morte e mai più avrebbe abbassato la testa davanti alle mafie. In questi anni, come sindaco, insieme a tanti cittadini, associazioni, imprenditori e a tanti ragazzi, abbiamo cercato di mantenere questo impegno e continueremo a farlo ogni giorno che verrà, perché mai si dica che Flori Mesuti e tutte le altre vittime innocenti di mafia uccise a Bari, non hanno avuto giustizia. Non solo la giustizia dei tribunali sancita dalla nostra Costituzione, ma la giustizia che scaturisce dal ricordo, dall’esempio, dal riscatto e dalla denuncia. Quella giustizia derivante da quel gesto coraggioso e amorevole che lo portò ingiustamente incontro alla morte per mano di delinquenti. Quella giustizia su cui si fonda una comunità giusta, la stessa comunità in cui Flori avrebbe voluto vivere con la sua Matilda”.