Bonus 1000 euro, i requisiti rischiano di creare dei paradossi

Per ricevere il bonus da 1000 euro previsto per maggio e destinato ad autonomi e partite Iva, sono stati previsti dei requisiti molto stretti, alcuni dei quali potrebbero addirittura avere risvolti paradossali su diversi lavoratori, messi in difficoltà dal lockdown ma non in possesso dei requisiti “formali” per ricevere l’aiuto. Dopo aver assegnato il bonus 600 euro previsto per marzo e aprile, il Governo ha deciso di portare a 1000 euro il contributo di maggio, ma nel Dl Rilancio ha inserito dei requisiti più stringenti per richiederlo.

In particolare, l’articolo 84 del Decreto presenta nel dettaglio le regole per vedersi erogato il bonus di maggio. Mentre i 600 euro di aprile sono destinati ai liberi professionisti iscritti alla gestione separata Inps e ai collaboratori coordinati e continuativi che avevano già ricevuto il contributo di marzo, per avere i soldi di maggio è necessario dimostrare di aver subito un calo del 33% del reddito nel secondo bimestre del 2020 rispetto al 2019.

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Le intenzioni dell’Esecutivo erano quelle di garantire che l’assegno da 1000 euro andasse a chi, effettivamente, ha subito perdite economiche nei mesi di lockdown. Ma Anna Soru, presidente dell’associazione di freelance Acta, ha spiegato a Il Fatto Quotidiano un potenziale paradosso: “Come è noto una fattura può essere pagata a 30 o 90 giorni, quindi può essere che per un lavoro fatto a marzo o aprile i soldi arrivino a ottobre. E allo stesso modo ci sono persone che nel marzo o aprile 2020 hanno ricevuto i pagamenti per progetti finiti l’anno scorso”.

Può insomma accadere che un lavoratore freelance sia rimasto effettivamente fermo nei mesi di lockdown, ma che sia riuscito a incassare pagamenti che erano dovuti da tempo per lavori fatti nei mesi precedenti. Tali pagamenti, che pure non si riferiscono al secondo bimestre del 2020, fanno sì che, formalmente, il lavoratore non abbia le carte in regola per accedere al bonus maggio.

Non solo, ma c’è un altro possibile paradosso dovuto ai requisiti, come riporta QuiFinanza. C’è anche chi già a marzo e ad aprile dello scorso anno non ha fatturato nulla, e quindi non potrà dimostrare il calo necessario per ricevere l’aiuto a maggio 2020, nonostante abbia comunque guadagnato pochissimo. Unica “scappatoia”, il caso in cui il lavoratore abbia dovuto sostenere costi importanti, perché il calcolo va fatto tenendo conto dei redditi calcolati sottraendo dagli incassi le spese legate alla società.

Al momento tra l’altro, non sono sono stati previsti bonus per i prossimi mesi, che per alcuni freelance saranno ancora più duri. C’è infatti chi, durante il periodo di lockdown, ha potuto continuare a lavorare in base ad accordi presi precedentemente, ma ora subirà l’impatto della crisi e dovrà attendere la ripresa del mercato di riferimento per tornare a fatturare.

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