A partire da oggi, è possibile presentare le domande all’Agenzia delle Entrate per ottenere il contributo a fondo perduto per Piccole Medie imprese annunciato da settimane dal Premier Conte e il Ministro dello Sviluppo Patuanelli. L’istanza andrà presentata attraverso i canali telematici dell’Agenzia sia in maniera autonoma sia tramite gli intermediari riconosciuti.
Il contributo partirà da un minimo di 1000 euro per le persone fisiche (per esempio, professionisti e autonomi) e di 2000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche ed è pensato come una sorta di “ristoro” per tutte quelle attività produttive che , a causa del nuovo Coronavirus, hanno dovuto interrompere la loro attività, perdendo buona parte dei loro compensi o del loro fatturato. La domanda per il bonus da 1000 euro potrà essere presentata dunque da tutti i titolari di partita IVA. Resta da capire, tuttavia, se all’interno di questa platea rientrano anche chi svolge un’attività in regime forfettario e, in caso affermativo, come calcolare il valore del contributo a fondo perduto stanziato dal Governo.
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Bisogna però prima comprendere quali sono i paletti fissati dal Governo per ricevere il sussidio e la guida pubblica dall’Agenzia delle Entrate chiarisce quali siano le condizioni d’accesso specifiche che possono delimitare il campo di chi può chiedere il bonus 1000 euro e chi è escluso.
Nello specifico, i requisiti per il contributo a fondo perduto sono i seguenti:
- Ammontare di ricavi o compensi nel 2019 inferiore a 5 milioni di euro;
- Inizio attività almeno dal 1 gennaio 2019, o differenza di almeno il 33% del fatturato tra aprile 2019 e aprile 2020, o domicilio fiscale o sede operativa situati nelterritorio di Comuni colpiti da eventi calamitosi (bisogna rispettare almeno una delle condizioni);
- Attività ancora operativa alla data dell’invio della richiesta;
- Non aver diritto alle indennità previste dagli articoli 27 (bonus professionisti) e 38 (bonus lavoratori dello spettacolo) del decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020 (cosiddetto decreto “Cura Italia”).
Sempre dalla lettura della guida dell’Agenzia è presente anche una parte dedicata a chiarire chi può richiedere il contributo a fondo perduto da 1000 euro o superiore. Di sicuro, però, il bonus non spetta né agli iscritti alle casse previdenziali di diritto privato né agli intermediari finanziari o alle società di partecipazione.
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Per quanto riguarda tutti gli altri titolari di partita IVA, dunque, è possibile richiedere il bonus a patto che il loro fatturato nel 2019 sia stato inferiore ai 5 milioni di euro. Una fattispecie nella quale ricadono, senza ombra di dubbio, anche le partite IVA forfettarie che, per legge, devono avere ricavi inferiori ai 65 mila euro annui. In particolare, i forfettari ricadono all’interno della categoria delle “persone fisiche” e, come specificato nello specchietto citato in precedenza, possono verificare la loro situazione reddituale nei riquadri da LM22 a LM27, col. 3, della loro dichiarazione dei redditi.
Se la differenza di ricavi scaturita da questa verifica è superiore al 33%, dunque, anche i forfettari possono accedere al bonus 1.000 euro a fondo perduto. Per calcolare a quanto ammonterà, sarà sufficiente una semplice operazione: il contributo equivarrà al 20% della perdita fatta registrare tra il 2019 e il 2020.