Bonus 1000 euro – Possibile senza partita iva, ecco la situazione

Al lavoro sulla definizione del Decreto Ristori 5, il nuovo governo guidato da Mario Draghi starebbe pensando di estendere il Bonus 1000 euro a una platea maggiore dei cittadini in crisi per gli effetti dell’epidemia da Covid-19. Con una novità: erogare il sussidio anche a chi non possiede una partita IVA. Le conseguenze di limitazioni e chiusure a contrasto dell’epidemia in Italia si fanno sempre più gravose, per questo si rendono necessari interventi ancora più consistenti da parte dello Stato a sostegno degli italiani in difficoltà economica.

Il decreto Ristori 5 può contare su uno scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro che è già stato varato dal parlamento per volere del governo Conte.

A differenza delle misure previste dal precedente esecutivo, la nuova versione del provvedimento dovrebbe inserire: contributi a fondo perduto per chi è senza codice Ateco, bonus 1000 euro per partite Iva, lavoratori stagionali, autonomi e intermittenti. Ampliando così il numero degli aventi diritto e raggiungendo anche coloro che lo scorso anno non hanno beneficiato degli indennizzi. È possibile che nel nuovo Decreto Ristori vengano previsti requisiti meno stringenti rispetto al passato. Per accedere al sussidio di 1000 euro i lavoratori devono essere in possesso di una partita Iva da almeno 3 anni, con reddito annuo inferiore ai 50mila euro, versamento regolare dei contributi e con una perdita di fatturato di almeno il 33% nel 2020 a causa della pandemia Covid.

Inoltre, l’indennizzo dovrebbe essere riservato anche agli autonomi privi di partita Iva, non iscritti alle forme previdenziali obbligatorie ma alla Gestione Separata, con almeno un contributo mensile e titolari di contratti autonomi occasionali.

Per i precari, gli stagionali, i professionisti e gli autonomi senza partita Iva sarà però richiesto di poter dimostrare un contratto di lavoro attivato tra il 1° gennaio e il 29 ottobre 2020. Infine, per gli iscritti alla gestione separata INPS dovrebbe essere necessario almeno un mese di contribuzione.

Altre misure cruciali che in sintesi dovrebbero essere contenute nel Decreto Ristori 5 saranno anche la proroga della cig Covid e del blocco dei licenziamenti, oltre a una estensione delle scadenze di Naspi e del Rem. Infine il provvedimento dovrebbe prevedere anche una pace fiscale 2021 con rottamazione quater delle cartelle esattoriali e nuovo saldo e stralcio.