Il decreto Ristori 5, che prevede tra l’altro una serie di aiuti a fondo perduto per le categorie più colpite dalla crisi economica causata dall’emergenza Covid, è tra i provvedimenti più attesi del nuovo governo Draghi. In realtà del provvedimento si parlava già durante le ultime settimane del governo Conte II, ma poi la crisi dell’esecutivo ha fermato tutto. Per il decreto Ristori 5 è già stato varato dal parlamento uno scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro. Il decreto Ristori 5 allo studio del governo Draghi potrebbe contenere delle modifiche rispetto al provvedimento creato dal Conte bis. Gli aiuti potrebbero andare solo alle categorie maggiormente colpite dalla crisi (previsti incentivi e non sussidi), così come la proroga della cig Covid e del blocco dei licenziamenti. Il provvedimento dovrebbe contenere contributi a fondo perduto per chi è senza codice Ateco, bonus 1000 euro per partite Iva, lavoratori stagionali, autonomi e intermittenti. Il contributo di 1000 euro dovrebbe andare ai lavoratori in possesso di una partita Iva da almeno 3 anni, con reddito annuo inferiore ai 50mila euro, con versamento regolare dei contributi e con una perdita di fatturato di almeno il 33% nel 2020 a causa della pandemia Covid. L’indennizzo dovrebbe spettare anche agli autonomi privi di partita Iva, non iscritti alle forme previdenziali obbligatorie ma alla Gestione separata con almeno un contributo mensile, titolari di contratti autonomi occasional. Nel decreto Ristori 5 dovrebbe essere prevista anche una proroga della cig Covid e del blocco dei licenziamenti, una proroga della Naspi e del Rem. Nel Ristori 5 sarà contenuta anche una pace fiscale 2021 con rottamazione quater delle cartelle esattoriali e nuovo saldo.
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