“Abbiamo notizie -prosegue il presidente nazionale di Confedercontribuenti-, che di fronte a queste difficoltà, dei pseudo fondi stanno tentando di contattare le imprese e acquisire il credito di imposta con un abbattimento dell’importo nominale del 25/30 per cento. In questo caso –afferma Finocchiaro– la Guardia di Finanza deve identificare chi sono questi personaggi e a chi fanno capo questi fondi ed intervenire immediatamente. Perché qui veramente parliamo di usura. Le imprese disperate spesso cadono in questo sporco gioco ed il rischio è appunto quello di vedersi defraudare di quegli importi che sono il frutto del lavoro quotidiano e onesto di migliaia di imprese italiane”.
“Una delle responsabilità principali -sostiene il presidente nazionale di Confedercontribuenti– è da imputare a Poste Italiane che improvvisamente ha bloccato i crediti (già maturati nei cassetti fiscali) di migliaia e migliaia di piccole e medie imprese. La gravità della situazione –spiega- è data dal fatto che Poste Italiane è una società sostanzialmente partecipata dal Governo italiano che peraltro ha bloccato pure la funzionalità della stessa Cassa Depositi e Prestiti che viene sempre invocata come l’ente che risolve i problemi delle imprese, ma che invece in questo momento (non scontando il credito d’imposta) è complice di questo gioco di massacrare le imprese italiane. Allora chiediamo alla magistratura competente di intervenire ed individuare le precise responsabilità di tali deprecabili situazioni che oggi rendono creditori di svariati miliardi le piccole e medie imprese, conseguenzialmente lavoro –e conclude- con il rischio di perdere anche migliaia di posti di lavoro”.