Bonus 600 euro, domanda da ripresentare per 400mila professionisti

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Per gli oltre 400mila professionisti che negli scorsi giorni avevano chiesto alle proprie casse di previdenza il Bonus 600 euro ora è tutto da rifare. Le domande, infatti, dovranno essere ripresentate presso altri enti, come confermato a Radio 24 da Alberto Oliveri, presidente dell’Associazione delle Casse, visto che il decreto legge n.23 ha modificato i requisiti per ottenere l’aiuto economico a seguito della crisi per il Coronavirus. Il provvedimento, infatti, stabilisce ora che il bonus verrà consegnato solo a coloro che sono iscritti a una Cassa in via esclusiva: un passaggio che non era presente nella bozza di decreto fatta circolare nelle ultime settimane.

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Le Casse hanno già ricevuto 420 mila richieste, ma tra queste ci sono anche quelle dei professionisti che svolgono anche un’attività da dipendenti e che, pertanto, saranno esclusi. L’erogazione del bonus inoltre, doveva già cominciare il 10 aprile, ma risulta per il momento sospesa, salvo qualche eccezione: per esempio, non è riuscita a bloccare in tempo gli accrediti l’Inpgi2 per i giornalisti, per cui sarebbe già partito qualche bonufico; discorso identico anche per i consulenti del lavoro, anche se non è chiaro se tutti o solo parte della categoria ha ricevuto già i soldi.

Risultano esclusi dal rinvio delle domande gli ingegneri e architetti iscritti a Inarcassa, ente che per Statuto preclude l’iscrizione a chi già riceve altre forme di sostegno. Alcuni enti stanno ora cercando di implementare i sistemi informatici per aggiornare la domanda, evitando così di costringere i professionisti a rifare tutto da capo, evitando anche l’invio dei documenti PDF che per loro natura rallentano la procedura.

Per quanto riguarda la titolarità di una pensione, la bozza del decreto precisava che il bonus era precluso ai soli titolari di pensione diretta (anzianità e vecchiaia), ma in quello definitivo manca questa precisazione, riservando l’accesso al beneficio ai “non titolari di trattamento non pensionistico”: pertanto, chi riceve una pensione indiretta (reversibilità o ai superstiti) è escluso dal beneficio.

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Per esempio, se un avvocato libero professionista fa attività da giornalista pubblicista o ha una docenza con posizioni previdenziali sia nella Cassa privata che nell’INPS, non potrà ricevere i 600 euro, anche se rientra nei requisiti di reddito del decreto Cura Italia. Considerata la revisione dei criteri d’accesso al sostegno economico (nel decreto imprese), i potenziali beneficiari dovranno presentare nuovamente la domanda, perché sarà necessario un supplemento di autocertificaizone.

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