Il Bonus 600 euro, pur essendo stato confermato per una buona parte della platea di beneficiari anche ad aprile dopo averlo ricevuto a marzo, non sarà indirizzato ad alcune categorie. Il Dl Rilancio, infatti, ha previsto la modifica di alcuni articoli del decreto Cura Italia rinnovando il sussidio per autonomi, professionisti, co.co.co, lavoratori del settore turismo e stabilmente termali, lavoratori dello spettacolo e aggiungendo anche nuove categorie come i lavoratori intermittenti, addetti alle vendite e stagionali per settori diversi dal turismo. E alcuni, in caso riuscissero a dimostrare una riduzione del fatturato a causa dell’emergenza Covid-19, il bonus potrà salire fino a 1000 euro.
Il bonus 600 euro sarà previsto anche per liberi professionisti con cassa privata iscritti a un ordine (per esempio, avvocati, commercialisti, architetti). Ma per alcune categorie il bonus 600 euro, pur essendo stato ricevuto in riferimento a marzo, non verrà confermato per aprile e maggio.
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Questa regola vale soltanto per i professionisti con cassa privata iscritti agli ordini già esclusi dai contributi a fondo perduto. Il bonus 600 euro era stato previsto per loro dall’articolo 44 del Decreto Cura Italia, modificato dal nuovo articolo 78: “Del riconoscimento anche per i mesi di aprile e maggio 2020 dell’indennità per il sostegno del reddito dei professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria.”
I casi di esclusione dal bonus 600 euro per i mesi di aprile e maggio dei professionisti sono dunque presentati in questo articolo, indicando che non devono essere né titolari di contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato né titolari di pensione.
All’articolo 86, però, viene chiarito che: “1. Le indennità di cui agli articoli 84, 85, 78 e 98 non sono tra loro cumulabili e non sono cumulabili [..]. “[…] e non sono cumulabili con l’indennità di cui all’articolo 44 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27. Le suddette indennità sono cumulabili con l’assegno ordinario di invalidità di cui alla legge 12 giugno 1984, n. 222.”
L’articolo stabilisce infatti l’incumulabilità con le indennità all’articolo 44 del decreto Cura Italia, stabilendo così l’incompatibilità tra il bonus 600 euro per i professionisti con cassa iscritti agli ordini che lo abbiano preso a marzo e le mensilità di aprile e maggio.
L’articolo 44 era introdotto anche per lavoratori domestici che hanno ora un bonus di 500 euro per due mensilità disciplinato dall’articolo 85. Anche se questo nuovo bonus non è compatibile con l’articolo 44 del Cura Italia, per colf e badanti non si innesca lo stesso diabolico cortocircuito che invece riguarda i professionisti con cassa.
Per questi a oggi il bonus 600 euro di marzo è incompatibile, se è stato preso, con quello di aprile e maggio.
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Per i professionisti con cassa, dunque, il bonus 600 euro è a rischio. Si tratterebbe forse di un errore materiale, forse dovuto a svista o disattenzione, come auspica il presidente delle casse di previdenza private Alberto Oliveti:
“Da un lato il Governo ha rifinanziato gli indennizzi statali per i mesi di aprile e di maggio, dall’altro un codicillo, che speriamo sia frutto di un errore materiale, ha stabilito che chi ha preso i 600 euro a marzo, non potrà ottenerli nei mesi a venire. Confidiamo che si tratti di un errore materiale e a tal proposito abbiamo chiesto chiarimenti ai ministeri e un’eventuale correzione.”