Bonus 600 euro, ecco perché potreste non averlo ricevuto e come risolvere

Sono giornate estremamente frenetiche per l’INPS, che sta provando a gestire le tante domande ricevute per i sussidi previsti dal decreto Cura Italia per provvedere ai pagamenti degli utenti. Tra questi aiuti economici previsti dal governo c’è ovviamente anche l’ormai famoso Bonus 600 euro riferito al mese di marzo per i titolari di Partita IVA, lavoratori autonomi e liberi professionisti (quantomeno, quelli che non sono iscritti ad altre casse previdenziali). Al 21 aprile, l’istituto di previdenza avrebbe fornito fornito i primi dati e avrebbe in pagamento circa 3.5 milioni di indennità da 600 euro.

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Per 32 mila domande, sarebbe in via di correzione l’IBAN comunicato al momento della domanda, mentre per 958 mila è in corso l’istruttoria. Come spiegato dal presidente dell’INPS Pasquale Tridico, su un totale di 4.4 milioni di domande per il bonus, ne sono già state pagate 3.5 milioni. Quasi un milione è dunque ancora in attesa di conoscere l’esito della loro domanda, causando un inevitabile rinvio del relativo pagamento al momento dell’accettazione. L’INPS ha già fatto sapere che sul sito online è possibile accedere ai servizi per consultare lo stato della propria domanda dal momento della richiesta sino all’accredito.

Nel corso dell’audizione con la Camera dei Deputati, Tridico ha già fatto sapere che 400mila domande saranno respinte per l’assenza dei requisiti adeguati: è il caso di chi lavora nel mondo dello spettacolo, visto che l’idoneità al bonus è riconosciuta solo se in presenza di almeno 30 giorni lavorativi nel 2019 nella gestione ex Enpals, ma che molti lavoratori non hanno.

Tuttavia, l’erogazione dell’indennità è stata bloccata anche per altre cause: tra queste, anche l’errata comunicazione del proprio codice IBAN, che è necessario per ricevere il Bonus 600 euro INPS, con ben 250 mila persone che starebbero ora attendendo l’analisi da parte dell’ente per valutare se si sia trattato di un semplice errore in fase di compilazione o si tratti di codici fraudolenti.

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Possibile che, oltre agli errori legati all’IBAN, alcuni potenziali beneficiari abbiano sbagliato nell’indicare la categoria di appartenenza o qualsiasi altro dato sensibile che potrebbe aver mandato in tilt la procedura di verifica.

Purtroppo, l’attuale sistema presente sul sito dell’INPS non permette di modificare i dati già inseriti. Il presidente Tridico ha comunque comunicato che entro questa settimana verrà rilasciata una procedura che permetterà di modificare la propria domanda, correggendola: sarà sufficiente accedere al servizio online tramite le proprie credenziali e procedere alla modifica (come la rettifica dell’IBAN oppure l’indicazione della giusta categoria di appartenenza, per esempio).