Bonus 600 euro, respinte 400mila richieste: i motivi

Nonostante l’iniziale promessa di concludere tutte le pratiche entro settimana scorsa, continuano a essere analizzate le domande, a cui fanno seguito gli eventuali accrediti, da parte dell’INPS per il Bonus 600 euro. Al momento, circa 900mila persone che hanno fatto domanda per l’aiuto previsto dal decreto Cura Italia sono in attesa di una risposta e per loro c’è una cattiva notizia: poco meno della metà non riceverà i soldi perché non possiede i requisiti adatti. L’Istituti di Previdenza ha inoltre svelato il mistero dei gravi problemi di accesso e la violazione dei dati personali avvenuti a inizio aprile 2020.

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Come sappiamo, lo scorso 1 aprile, ovvero il giorno di apertura del servizio per richiedere il Bonus 600 euro previsto dal decreto Cura Italia, la piattaforma è collassata quasi subito e molti dati personali di chi aveva presentato domanda sono stati violati, tanto che inizialmente si era addirittura ipotizzata l’ipotesi di un attacco hacker. L’INPS ha ricevuto un totale di 5 milioni di richieste su 9.5 milioni di utenti che potevano usufruire del bonus, ma 900mila risultano ancora in attesa di una risposta.

La metà, però, sarà probabilmente respinta: come spiegato dal presidente dell’INPS Pasquale Tridico, durante le registrazioni sarebbero stati commessi diversi errori di compilazione nella domanda (per esempio di codici IBAN errati) e al momento non è possibile modificare la richiesta, anche se c’è la promessa di introdurre una procedura per fare correzioni già questo settimana. Per la Cassa integrazione, i tempi saranno più lunghi: bisognerà attendere almeno fio al 30 aprile.

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“Si è trattato di dieci minuti di disservizio, ma chiedo scusa a tutti gli utenti e al Parlamento Di quello che è successo il primo aprile, ne faremo una forza, anzi lo abbiamo già fatto riuscendo ad erogare i bonus già il 15 aprile”, ha spiegato Tridico.

Tridico ha riportato che sarebbero arrivate oltre 5 milioni di domande per 9.5 milioni di beneficiari: “entro il 30 aprile – promette – ci impegniamo fin da ora a pagare il resto dei provvedimenti del Cura Italia, cioè sostanzialmente la cassa integrazione”.