Bonus 600 euro, uno stagionale rivela: “Vi spiego cosa succede alla mia categoria”

È arrivato qualche giorno fa l’annuncio da parte della Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo di aver trovato una soluzione per il bonus 600 euro per gli stagionali, con la promessa di garantire il sussidio anche a coloro che erano stati inizialmente esclusi per un’errore in fase di definizione del contratto (lavoro a tempo determinato invece dello stagionale).

A quanto risulta, però, gli stagionali si sarebbero visti respingere ancora la propria domanda, rimanendo così senza sostegni economici dall’inizio dell’emergenza. Intervistato da Money.it, un addetto alla somministrazione di cibi e bevande durante i ricevimenti ha raccontato la sua versione dei fatti.

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Ringrazio voi per avermi dato la possibilità di dare voce a tutta la mia categoria, quella di lavoratori che mettono passione nella propria attività, e che non hanno mai chiesto allo Stato nulla, ed ora, che solo per cause di forza maggiore sono rimasti bloccati a casa per due mesi e hanno bisogno di un intervento da parte dello Stato per poter sopravvivere, il tutto viene incatenato dalla burocrazia dei codici e dei codicilli.

In breve, il DL Cura Italia prevedeva tra le varie misure quella di un bonus a fondo perduto di 600 euro per il mese di marzo, poi prorogato dal DL Rilancio per il mese di aprile e maggio per varie categorie, tra cui i cosiddetti “lavoratori stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali”, indicando per accedere al bonus pochi paletti effettivamente.

Peccato che dopo aver presentato la domanda per il bonus di marzo il giorno 1° aprile, siamo rimasti in attesa per giorni, settimane, anche dopo aver visto che tra il 15 ed il 20 di aprile quasi tutti i richiedenti avevano ricevuto il bonus, aspettavamo in silenzio, controllando ogni giorno quel maledetto sito INPS.

Ma nulla si muove; il 15 maggio dopo 45 giorni tutte le domande degli stagionali vengono respinte in blocco poiché INPS sostiene che non siamo lavoratori stagionali, ma ricontrollando i paletti che il DL metteva, non capivamo, dato che rientravano perfettamente nei requisiti.

Il caos, il panico, senza lavoro e senza soldi, a fase 2 inoltrata. Qualcosa si muove grazie al tam tam nei social e scopriamo che il problema era il codice contrattuale di assunzione di ognuno di noi in tutta Italia. Contratti a tempo determinato invece che stagionali nella forma, ma stagionali nella sostanza, e per molti di noi, da anni ormai.

La Ministra Catalfo con vari post ci rassicura che le domande sarebbero state riesaminate e pagate, finalmente una speranza se ad esprimersi è proprio il Ministro. Attendiamo, e ieri dopo altri 15 giorni di attesa succede l’inverosimile: a tutti in sincronia, e, si presume con un solo click, i riesami automatici vengono chiusi con un nuovo respingimento a data, pensate bene 10 ottobre 1010.

Pura follia che ci lascia nuovamente nello sconforto, ancora. Ormai i bonus che attendiamo sono quelli di marzo, aprile, e a breve ormai anche quello di maggio. Per un totale di quasi 2000 euro a lavoratore. E le bollette nel frattempo si accumulano e si ha anche difficoltà a mettere qualcosa a tavola.

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Il mio contratto è terminato come ogni anno il 30 Settembre, ho percepito la Naspi da Novembre a Febbraio. Noi siamo lavoratori stagionali del turismo e i codici Ateco delle strutture in cui lavoriamo, insieme ai nostri Unilav, confermano tale condizione.

Non siamo né appartenenti ad altri settori né assunti tramite agenzie, ne intermittenti. I lavoratori di queste categorie avranno il loro bonus adesso facendo domanda sul sito dell’INPS mentre prima a loro non spettava completamente; bene l’allargamento della platea, ma non ci riguarda. Anche perché è proprio la circolare in questione che dice a noi, citandoci espressamente, di non rifare la domanda.

La fiducia a me personalmente non manca, al massimo si è ridotta al minimo, ma penso di rispondere a livello personale, non me la sento di rispondere per i miei colleghi. L’incertezza e la paura non provocano a tutti la stessa reazione. La situazione potrà essere sbloccata mettendo a confronto i nostri Unilav e verificando esclusivamente il codice ateco della struttura in cui abbiamo lavorato.

Come vedo il prossimo futuro? Non benissimo, nel mio caso specifico si tratta di strutture per ricevimenti del settore wedding. Messo a dura prova dal coronavirus e che ha spaventato moltissime coppie di sposi portandole a rimandare il matrimonio a tempi migliori.  Sul nostro settore nello specifico abbiamo anche notato poche argomentazioni o quasi nulla da parte del governo. Il settore wedding muove moltissimi miliardi del nostro PIL nazionale e che purtroppo non sta ripartendo insieme agli altri settori, anche prendendo il bonus di maggio, per noi sarà difficile vivere anche nei mesi successivi.