Decreto aprile: le nuove misure
Accelerata, in queste ultime, per quel che riguarda la pubblicazione del nuovo Decreto aprile che il Governo cerca di ultimare entro il 30 aprile.
Roberto Gualtieri, Ministro dell’Economia, lo definisce una manovra espansiva, imponente e mai vista dal dopoguerra ad oggi.
Tra le diverse misure incluse nel nuovo decreto, ricordiamo la proroga di altri due mesi per la Naspi e i bonus automatici e in massimo 24 ore per gli autonomi.
In più, sarà rimossa l’iva sulle mascherine e gli altri dispositivi individuali di protezione per tutto il 2020, aiuti alle famiglie e risorse a fondo perduto per le PMI.
Dubbi e problemi
Al momento, restano ancora diversi dubbi. Non è garantito il “debutto” del Reddito di Emergenza, nè quale sarà la platea a cui il sussidio sarebbe destinato.
In merito al REM, inoltre, ci sarebbe ancora da capire a chi sarà affidata la gestione, nello specifico, se sarà l’INPS ad occuparsene oppure i Comuni.
Questo, però, non sembra essere l’unico problema. Molti genitori, prossimi a tornare sui posti di lavoro dal 4 maggio, si domandano come faranno a gestire i figli che, invece, a scuola torneranno solo a settembre. Niente di certo, ma l’ipotesi potrebbe essere quella di stanziare circa 500mila euro da destinare al rinnovo del bonus baby sitter da 600€, concedendo anche altri 15 giorni di congedi parentali.
Su questo tema, non è d’accordo Italia Viva che insiste, invece, sull’assegno unico per i figli da riservare alle famiglie più povere con minori, e l’attivazione di servizi in attesa della riapertura delle scuole come, ad esempio, l’apertura dei centri estivi con adeguato protocollo di sicurezza. C’è la possibilità che questi servizi possano essere pagati attraverso il bonus baby sitter.
Le imprese
Come annunciato dal Ministro Patuanelli, ci saranno a disposizione circa 15 miliardi per le imprese, tra riduzione degli oneri fissi per le bollette elettriche, credito d’imposta che sarà esteso per gli affitti, 8 miliardi solo per i ristori a fondo perduto fino a 5.000€ per aziende con meno di 10 dipendenti. Altri 5 miliardi, invece, per consentire allo Stato di entrare nel capitale delle imprese che hanno dai 10 ai 249 dipendenti.
Per le grandi imprese, invece, 50 i miliardi a disposizione. Con questo importo, si intende sostenere operazioni per, ad esempio, la rete unica Tim-Open fiber, l’integrazione tra Snam e Terna, fino a Ilva e Alitalia.
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