Dopo settimane di attesa, ieri sera finalmente il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato l’approvazione del tanto atteso Decreto Rilancio, inizialmente previsto per fine aprile e approvato soltanto ieri. Il nuovo documento presenta 256 articoli e varrà 55 miliardi di euro, prevedendo una serie di sussidi e misure in favore di lavoratori, famiglie e imprese messi in difficoltà dall’emergenza sanitaria.
Così ha commentato il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli: “Viene riproposto il bonus da 600 euro per una mensilità per la medesima platea del provvedimento Cura Italia e lo amplia per una terza mensilità per alcune platee più colpite dalla crisi economica. E’ uno stanziamento da quasi 4,5 miliardi di euro”.
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Insomma, confermato il Bonus di 600 euro per coloro che ne avevano già beneficiato nel mese di marzo. Questi i soggetti interessati da questo sussidio:
- gli iscritti alla Gestione Separata dell’Inps che non siano titolari di un trattamento pensionistico diretto e che non siano iscritti ad altre forme di previdenza sociale obbligatoria a esclusione della Gestione Separata dell’Inps.
- liberi professionisti con partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020
- lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni Speciali dell’AGO, l’Assicurazione Generale Obbligatoria (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri)
- lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali il cui rapporto di lavoro è stato cessato in modo non volontario nel periodo dal 1’ gennaio 2019 al 17 marzo 2020;
- gli operai agricoli a tempo determinato con almeno 50 giornate di lavoro agricolo dipendente nel 2020 (ma per loro l’indennità sarà pari a 500 euro e non già a 600 euro)
Rispetto al Decreto Cura Italia è stata estesa la platea di beneficiari, comprendendo nuove categorie escluse in precedenza:
- Stagionali appartenenti a settori diversi da turismo e stabilimenti terminali, che hanno perso il lavoro involontariamente fra l’1 gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020 e che abbiano lavorato per almeno 30 giornate in questo arco di tempo
- Intermittenti che abbiamo lavorato per almeno 30 giorni sempre fra l’1 gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020
- Lavoratori autonomi senza partita IVA non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che tra l’1 gennaio 2019 e il 23 febbraio 2020 hanno avuto contratti autonomi occasionali e che non abbiano un contratto in essere dopo questa data
- Incaricati delle vendite a domicilio, titolari di partita IVA, iscritti alla gestione separata INPS e non ad altre forme di previdenza obbligatorie, con reddito annuo 2019 derivante da queste attività superiore a 5mila euro
- Lavoratori nel settore dello spettacolo iscritti al Fondo pensioni spettacolo con almeno 7 contributi giornalieri nel 2019 e reddito inferiore ai 35mila euro.
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Per la sola mensilità di maggio, il bonus 600 euro aumenterà a 1000 euro, ma solo per una platea più ristretta:
- Liberi professionisti titolari di partita Iva attiva alla data di entrata in vigore del decreto Rilancio, iscritti alla Gestione separata Inps, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che abbiano subito una comprovata riduzione di almeno il 33% del reddito nel secondo bimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.
- Lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, iscritti alla Gestione separata Inps, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che abbiano cessato il rapporto di lavoro alla data di entrata in vigore del decreto
- Lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra l’1 gennaio 2019 e il 17 marzo 2020, non titolari di pensione, né di rapporto di lavoro dipendente, né di NASPI.
Vi ricordiamo che per ricevere il Bonus 600 euro di aprile non bisognerà presentare alcuna domanda, perché l’accredito sul conto avverrà fatta in maniera automatica per tutti coloro che hanno già ricevuto l’indennità a marzo. Non ci sono tempistiche precise di pagamento ancora, ma ci si attende una procedura più rapida.
Chi non ha presentato domanda per il Bonus 600 euro di marzo, può presentare la domanda entro 15 giorni dall’entrata invigorì del decreto. Basterà presentare la richiesta sul sito dell’INPS, accessibile con proprie credenziali. Il bonus non concorre alla formazione del reddito e quindi è esentasse, mentre ora è compatibile con il reddito di cittadinanza, nella misura in cui l’ammontare di quest’ultimo risulti inferiore a quello dell’indennità. In questo caso, il beneficiario vedrà integrato il beneficio del reddito di cittadinanza fino all’ammontare del bonus dei 600 euro dovuto in ciascuna mensilità.