Bonus maggio, mancano i decreti attuativi: le possibili ragioni

Nonostante la tanta attesa, il bonus maggio da 1000 euro previsto anche per i professionisti, dopo il bonus 600 euro di marzo e aprile, non si vede ancora. Sono state tante le richieste giunte alle Casse previdenziali private per le indennità delle mensilità di marzo e aprile, erogati dagli enti per conto dello Stato. Ma per il mese di maggio ancora sembra mancare il decreto interministeriale necessario per definire requisiti e modalità di erogazione. Oliveti, presidente dell’Associazione degli enti previdenziali privati, spera che si possa decidere a breve.

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A questo punto, da più parti sembrerebbe sorgere un dubbio: questi ritardi nel pagamento del mese di maggio è dovuto da un’insufficiente dote finanziaria per capire sia il passaggio da 600 a 1000 euro del Dl Rilancio, ma anche per soddisfare l’intera platea di potenziali beneficiari? Per il bonus aprile, in effetti, sono già stati spesi 300 milioni sui 650 disponibili: come sussidiare la stessa platea aumentando l’assegno fino a 1000 euro?

Per ovviare al problema, il Governo potrebbe decidere di ricorrere al decreto interministeriale per aumentare i fondi, oppure ridurre la platea di beneficiari, al costo di attirarsi molte critiche. Ad aprile d’altro canto era accaduto qualcosa di simile: inizialmente previsto a tutti coloro che avessero già beneficiato di quello di maggio, ma poi limitato ai professionisti iscritti alle casse di previdenza obbligatoria entro il 23 febbraio 2020 dal successivo decreto interministeriale.

Con tale requisito sono rimasti esclusi parecchi lavoratori dal bonus di aprile, anche considerando le difficoltà nell’iscrizione a un ordine professionale (e i relativi tempi di attuazione, anche a causa dell’emergenza in corso).

QuiFinanza fa osservare che “altra categoria di “esclusi” è quella dei professionisti iscritti sia alla cassa di previdenza privata, sia alla gestione separata dell’Inps. Il Decreto Liquidità ha infatti aggiornato le regole già previste dal Cura Italia, aggiungendo il requisito dell’esclusività di iscrizione alla cassa di previdenza privata. Un requisito poi abrogato, ma quanto è accaduto ha impedito a diversi lavoratori autonomi professionisti di ottenere il bonus di marzo.”
Per il momento, i requisiti per l’accesso al bonus sono: reddito professionale non superiore ai 35mila euro nel 2018, oppure reddito professionale compreso fra i 35mila e i 50mila euro nel 2018 con riduzione dei compensi del 33% nel periodo di riferimento del bonus; non essere titolari di pensione, di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato