A due mesi dalla partenza del “bonus internet, pc e tablet” sono soltanto 42mila le famiglie che hanno ricevuto il voucher da 500 euro. Sui 200 milioni di euro di risorse dedicate alla misura sono stati impegnati il 25% dei fondi, equivalenti a 50 milioni di euro, 21 milioni dei quali effettivamente erogati, il 14,6% del totale.
La società del ministero Sviluppo economico delegata alla gestione delle sovvenzioni, Infratel, ha fatto il punto sullo stato della misura. Con questo ritmo potrebbero essere necessari otto mesi per esaurire i milioni finanziati per i voucher, a ridosso della scadenza prevista per ottobre 2021.
Da questa stima si può dedurre la necessità di una spinta per coloro che avessero intenzione di richiedere il bonus da 500 euro e rispondono ai requisiti degli aventi diritto, cioè le famiglie con Isee fino a 20mila euro e non ancora utenti di offerte banda ultra larga fissa.
Ma le associazioni di consumatori da tempo lamentano diverse criticità sull’effettivo beneficio di questo sussidio, legato strettamente alla sottoscrizione di un contratto con gli operatori telefonici.
Insieme all’abbonamento, ad oggi, tra le grandi compagnie solo Tim offre un computer, mentre Fastweb, Wind Tre, Vodafone, Tiscali, mettono a disposizione solo il tablet.
I dati messi a disposizione da Infratel, aggiornati al 18 gennaio 2021, riportano un totale di 1.181 offerte da 105 diversi operatori per l’utilizzo del voucher da 500 euro da sfruttare per internet, pc e tablet. Di queste 654, arrivate da 99 diversi operatori, sono state approvate dalla società che fa capo al ministero dello Sviluppo economico.
“Di contro – spiegano da Infratel – 527 offerte sono state rifiutate a causa di clausole contrattuali difformi da quanto indicato in convenzione (es. rinnovo tacito alla scadenza del contratto), livelli di servizio non sufficienti (es. banda upload), dispositivi tablet/pc non in linea con le specifiche tecniche minime richieste, difformità tra i documenti presentati e i dati caricati sul Portale Voucher”.
“Dal 21 dicembre 2020 è iniziata la verifica a campione della sussistenza dei requisiti necessari dei cittadini per attivare i voucher”, ha comunicato la società, sottolineando che “i controlli sono svolti in maniera automatica tramite il collegamento ai sistemi dell’Autorità incaricata, Inps, che permette di verificare la veridicità dell’Isee dichiarato dal cittadino al momento della richiesta del Voucher all’Operatore”.
“Gli operatori che hanno presentato domanda per essere accreditati attraverso la piattaforma Voucher finora sono 209 e 160 sono quelli che attualmente hanno completato con successo il processo di accreditamento e risultano, quindi, idonei a partecipare alla fase operativa della misura”, specifica Infratel.
Marco Pierani di Altroconsumo ha evidenziato le criticità del bonus, a partire dall’allargamento della platea promesso dalla ministra dell’Innovazione Paola Pisano.
“È una buona sperimentazione – dice Pierani – ma ci sono difetti da risolvere per la fase due dei voucher, quella rivolta a utenti con Isee più alto. Bisogna consentire ai cittadini di prendere un computer o un tablet liberamente, senza dover passare dagli operatori. I dati di Infratel confermano che così non va bene: ci sono pochi dispositivi disponibili e a volte a prezzi superiori al mercato”.
Gli fa eco Francesco Sacco, professore all’Università Insubria, esperto in tema di banda larga: “Il voucher per la banda ultralarga passerà alla storia per la misura più importante per il futuro del Paese, più a lungo attesa e più confusa. Ma, forse, anche la più discutibile”.
“Il voucher ha troppe regole – sostiene il professore – e troppi obiettivi diversi, così non ne segue nessuno bene: dare banda ultra larga, ma anche i computer e anche i tablet; aiutare chi ha più bisogno ma attraverso macchine dalle caratteristiche tecniche inusuali”.
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