Definito da parte della maggioranza un “condono fiscale”, lo stralcio delle cartelle esattoriali resta tra i nodi ancora da sciogliere in vista del Consiglio dei ministri di domani. Ieri nel vertice di maggioranza con il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco, secondo quanto si apprende, non sarebbe ancora passata la linea di cancellare le cartelle inevase relative al periodo 2000-2015, fissando il tetto a 5mila euro (comprensivo di contestazione iniziale, sanzioni e interessi), un’asticella che il Parlamento potrebbe far salire a 10mila. E sul punto si attende un nuovo confronto nella giornata di oggi.
Se dovesse passare la soglia dei 5mila euro, ipotesi al momento più accreditata, verrebbero cancellate 61,5 milioni di vecchie cartelle per un controvalore di 70 miliardi di euro. Una goccia nel mare considerando che al momento – come spiegano i deputati di Italia Viva Luigi Marattin, presidente della Commissione Finanze, Sara Moretto, capogruppo in Commissione Attività Produttive, e Massimo Ungaro, capogruppo in Commissione Finanze – “nel magazzino dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione ci sono 987 miliardi di crediti fiscali. Il 91% dei quali (895,8 miliardi) praticamente non esiste perché fa riferimento a contribuenti deceduti o falliti o su cui sono già state effettuate tutte le azioni di recupero possibili”. Sulla base di questi numeri il condono riguarderebbe appena il 7% del totale.
La cancellazione delle cartelle – secondo quanto anticipa il Sole 24 Ore – sarà automatica. “Il contribuente – si legge – non dovrà presentare domanda per la cancellazione e, al momento, non sembra prevista neanche una comunicazione da parte di Agenzia Riscossione che il debito è stato definitivamente cancellato. Per evitare di continuare a pagare, considerando il fatto che nessuno degli importi già versati sarà restituito, il contribuente potrà verificare la propria situazione debitoria all’interno dell’area riservata di agenzia Entrate-Riscossione. Il rispettivo estratto conto indicherà se il debito è stato definitivamente stralciato”.
Per quanto riguarda il calcolo degli anni di riferimento conta la data in cui il debito è stato consegnato nelle mani dell’ex Equitalia e non l’anno in cui è avvenuta la prima contestazione o l’anno d’imposta di riferimento.
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