Casalbruciato, bocconi di carne avvelenata stanno facendo strage di cani
Un triste primato vede protagonista la piazza principale di Casalbruciato ed alcune vie limitrofe, infatti, come ci segnala la neonata Agenzia Casalbruciato, sembra che dei bocconi di carne avvelenata, a discapito dei nostri amici a quattro zampe, siano stati buttati in giro per la piazza Riccardo Balsamo Crivelli, su via Sebastiano Satta e su via Tommaso Smith, coinvolgendo, sembra fino ad ora, almeno tre cani.
Sicuramente le inciviltà di molte persone che si definiscono “amici degli animali” non aiutano a scoraggiare certi eventi negativi, infatti, nella piazza e nel quartiere in genere, non è difficile imbattersi negli escrementi dei nostri simpatici amici,. Questo però, non giustifica assolutamente “chicchessia”, di permettersi di avvelenare i nostri amici a quattro zampe, che hanno solo la colpa di avere dei “padroni” imbecilli e manchevoli di rispetto in primis del proprio animale e subito dopo della collettività.
La Legge:
L’uso di esche e bocconi avvelenati, oltre che un atto deplorevole, è un’azione punita, infatti, l’art. 544-bis del nostro codice penale dice:
“chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi”.
Il codice penale prevede pene anche per chi maltratta gli animali, e con l’art. 544-ter del codice penale, il quale sancisce:
“chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche ecologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se (…) deriva la morte dell’animale“.
Non è soltanto il codice penale a trattare l’argomento “tutela degli animali”, ma anche la Legge sulla caccia (Legge 157/92 art. 21) che vieta espressamente di diffondere veleni e punisce il trasgressore con un’ammenda fino a 1549,37 euro. In aggiunta, il Testo Unico delle Leggi Sanitarie, oltre a un’ammenda da 51,65 euro fino a 516,46 euro, prevede da sei mesi a tre anni di reclusione.
Non tutti sanno che:
Il pericolo di avvelenamento non è solo rivolto ai nostri piccoli amici, ma può mettere in serio pericolo anche la vita dell’uomo, soprattutto dei minori che potrebbero entrarvi in contatto e subirne conseguenze tragiche.
Per tale motivo, il nostro ordinamento, oltre a punire gli atti di avvelenamento, mette in evidenza l’importanza di denunciare la scoperta di queste esche o cibi avvelenati, sia come proprietari che non. La denuncia va fatta comunque, anche se l’avvelenamento non ha causato la morte dell’animale e va fatta anche in presenza della semplice minaccia di avvelenamento.
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