Caso Simona Floridia, accusato Bellia, ma quanto attendibile testimone chiave?

Caltagirone, provincia di Catania, in Sicilia, mercoledì 16 settembre 1992. Di Simona Florida, all’epoca diciassettenne, si perdono le tracce. Si cerca la ragazza e si parte dalla testimonianza resa volontariamente da Andrea Bellia, recatosi di sua iniziativa alla locale stazione il giorno seguente, appena ha saputo della scomparsa di Simona dal papà della giovane.

Andrea, nel tardo pomeriggio aveva fatto un giro sul suo Vespone con lei; sono partiti dal viale Mario Milazzo e sono ritornati nello stesso viale poco dopo. Poi Simona scompare nel nulla.

Quando si dice che Andrea Bellia è stato visto a bordo del suo motorino con Simona e per questo i militari l’hanno interrogato e lui ha confermato il fatto, non si dice il vero; di vero c’è che hanno fatto un giro assieme, ma l’indomani è stato il giovane a recarsi di sua iniziativa dai carabinieri, per offrire il suo contributo nelle ricerche, informandoli dell’ultima volta che lui l’aveva vista. Ma avremo modo di ritornare sulle dichiarazioni di Andrea Bellia rese a quel tempo e non solo, in un successivo approfondimento dove i lettori avranno modo di venire a conoscenza di fatti e dichiarazioni inedite.

Passano i mesi e gli anni e le ricerche di Simona Floridia non portano a piste valide e attendibili. Dopo quasi vent’anni, il 13 luglio 2012, vengono riferite dichiarazioni a sommarie informazioni che di fatto sembrano compromettere la credibilità di Andrea Bellia: un’intercettazione telefonica del 16 settembre 1993, esattamente un anno dopo la scomparsa della giovane, aggrava la sua posizione; la conversazione telefonica è tra Mario Licciardi, ex amico – e non l’ex miglior amico – di Andrea Bellia, e la sua ragazza, oggi sua moglie, Rossella Figura.

Dal verbale di udienza del 22 luglio 2013
P. M. – Ecco, lei si ricorda il contenuto di questa conversazione?
TESTE LICCIARDI – Ricordo solo che dicevo alla mia ragazza, oggi mia moglie che sono stato all’ospedale, che ha chiamato il padre di Andrea Bellia a mio padre, che lo dovevo andare a trovare perché cercava me; in cui mi riferiva testuali parole.
P. M. – No.
TESTE LICCIARDI – No?
P. M. – No; lei ricorda di una telefonata che lei ha fatto con la sua fidanzata dell’epoca e attuale moglie, in cui faceva cenno di un incontro avuto con Andrea Bellia a proposito di una puntata della trasmissione televisiva Chi l’ha visto?
TESTE LICCIARDI – Sì, sì, ricordo.

Mario Licciardi in quella occasione – il 22 luglio 2013 – non ricorda il contenuto della conversazione telefonica intrattenuta con Rossella Figura, la sua attuale moglie e a quel tempo sua fidanzata, eppure il 13 luglio dell’anno prima gli era stato fatto ascoltare l’audio di quella conversazione, se non per intero, comunque per certo nei passaggi riportati sotto.

Dal verbale di udienza del 22 luglio 2013
“Chi è venuto a lavoro?” (parla Rossella Figura, ndr)
“Indovina” (parla Mario Licciardi, ndr)
“Che ne so”
“Secondo te”
“Andrea?”
“Brava”
“E che ti è venuto a dire”
“Mi fa… per il fatto là, di Simona Floridia, della Rai, che mi volevano parlare a me, nel senso che, siccome arrivano le telefonate di lei, ed io dovrei riconoscere la voce, io in faccia gli ho detto, ma che spacchio vuoi? Sì, vedi che io gli ho detto aria, gli ho detto, non mi dovete cercare a me, non mi interessa una minchia”,
si sta ricordando di questa conversazione adesso?

Mario Licciardi a quel punto dichiara di ricordarsi quanto gli stava venendo contestato, ma per il resto non ricorda altro. Il pm, dunque, ritorna alle contestazioni fatte già l’anno prima e che lui in un anno ha dimenticato. Le contestazioni, è doveroso ricordarlo, si riferiscono a quanto dichiarato a sommarie informazioni l’anno prima, nel luglio 2012, a quasi 20 anni dalla scomparsa di Simona Floridia.

Tralasciando ogni libera interpretazione, da questa intercettazione non si può non considerare che molto probabilmente il rapporto di amicizia tra Licciardi e Bellia sia compromesso, in una qualche maniera incrinato. La domanda è perché. È evidente anche che il Licciardi non volesse avere nulla a che fare con questa vicenda.

Sappiamo che Bellia non esclude che questo fatto sia avvenuto, da allora sono passati quasi 29 anni, ma nega assolutamente quanto successivamente viene intercettato nella stessa conversazione telefonica.

Dal verbale di udienza del 22 luglio 2013
“Ma com’è cretino che ti viene a dire di riconoscere la voce di Simona Floridia?”, (parla Rossella Figura, ndr)
e l’uomo risponde: “Sì ma a me che spacchio mi interessa, io infatti gliel’ho detto, perché sua madre non la può riconoscere la voce? Non la puoi riconoscere neanche tu?”,
dice: “Sì, io l’ho riconosciuta”
“e a me cosa state mi state venendo a raccontare?”
e la donna dice: “Ah, lui l’ha riconosciuta”,
e l’uomo risponde: “Sì, ma voleva attaccare discussione, voleva attaccare, poi fa, o senti, questa mi fa, sì, io l’ho riconosciuta ma… poi mi voleva dire il fatto che iddu l’aveva ammazzata lui”
“Ah” dice la donna,
e l’uomo risponde: “Quella gran minchiata”,
e la donna dice: “E”,
e poi l’uomo dice: “Poi mi fa, mi stava dicendo il fatto che l’aveva ammazzata va, mi faceva capire che l’aveva ammazzata lui”, e allora si mise un sorrisino, così, “È inutile che cercano, fanno”, gli ho detto, “O bello mio ma che vuoi me ne devo andare”, nel senso che parlavo con lui così, mi giravo, me ne devo andare a lavorare”, “Ascolta, ma cinque minuti non te li posso rubare?”, gli ho detto: “Dai parla veloce, che mi devi dire, tutto questo era?”, poi gli ho detto: “A me non mi devi raccontare una minchia, non mi interessa niente, non mi devi venire a cercare, ciao”, e me ne sono andato, “Mi hai capito”;
adesso si sta ricordando queste… (domanda il pm, ndr)
TESTE LICCIARDI – Sì, sì.

Da come Mario Licciardi e la sua ragazza parlavano tra loro pare che di queste confidenze del Bellia ne fossero già al corrente, non sembrano infatti scandalizzarsi. Con questo, non si giudica nessuno, ma ciò ha importanza nella cronologia temporale dei fatti raccontati dal teste che più volte ha dichiarato di aver ricevuto questa “confessione” per la prima volta quando il Bellia è stato ricoverato, solo che l’amico è finito in ospedale quattro giorni dopo l’intercettazione telefonica, ovvero il 20 settembre 1993. E questa è solo una delle incongruenze, ma riprendiamo questo punto tra poco.

Tornando alla conversazione, c’è da domandarsi: perché Mario Licciardi e Rossella Figura non hanno mai detto nulla? Perché queste dichiarazioni sono state confermate solo il 13 luglio 2012, quando Licciardi è stato sentito a sommarie informazioni? Perché questa intercettazione telefonica non è stata presa in considerazione fino a quando il legale della famiglia Floridia non l’ha rispolverata? E ancora: come può Andrea Bellia raccontare della fine che avrebbe fatto fare a Simona Floridia, in circostanze diverse, con stati d’animo diversi? In ospedale Licciardi racconta di un Bellia con le lacrime agli occhi, come a liberarsi di un peso; nell’intercettazione telefonica Licciardi sembra descriverlo quasi “spaccone”; sul Monte San Giorgio invece freddo, impassibile.

C’è da chiedere all’avv. Giuseppe Fiorito se oltre a far riaprire il caso, sulla base di questa intercettazione, si sia “mosso” nei confronti di Mario Licciardi, del padre di lui e di Rossella Figura, considerato che sapevano di queste rivelazioni che avrebbe fatto il Bellia almeno dal 1993 e non hanno mai detto nulla, contribuendo, loro malgrado, a rendere più difficili le ricerche di Simona Floridia ed il caso in generale.
Ritorniamo sulle incongruenze, ragioniamo sull’amicizia tra i due: Licciardi dichiara che i rapporti, dopo la visita in ospedale, si sono incrinati, ma non sa cosa rispondere quando l’avv. Di Stefano – al tempo, legale della difesa – gli chiede come mai abbia accettato l’invito di Andrea Bellia a salire con lui al Monte San Giorgio, momento in cui, sempre secondo le dichiarazioni del Licciardi, per la seconda volta avrebbe confessato il delitto.

Dal verbale di udienza del 22 luglio 2013
AVV. DIFESA DI STEFANO – Ma ammesso e concesso erano freddi (i rapporti tra Bellia e Licciardi, ndr), lei perché si è recato (al Monte Sal Giorgio, ndr), unitamente al Bellia, nello stesso motorino? Perché? Io questo volevo capire, questa difesa vuole capire questo.
TESTE LICCIARDI – Bo, non so come rispondergli.

Sorprende anche, e questa è un’altra incongruenza, che Mario Licciardi nel corso dell’incidente probatorio tenutosi il 22 luglio 2013 non ricorda, o comunque non ricorda bene, particolari dichiarati un anno prima, ovvero il 13 luglio 2012 quando è stato sentito a sommarie informazioni, eppure nel 2012 ricordava bene cose successe poco meno di vent’anni prima.

Questo è tutto, per adesso, su Mario Licciardi, uno dei teste più importanti per l’accusa contro Andrea Bellia, unico imputato nel caso di Simona Floridia, fino a prova contraria scomparsa e non morta, di cui si sono perse le tracce il 16 settembre 1992.

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