Cassa integrazione, ancora troppi problemi: ecco che succede

I problemi relativi ai pagamenti della cassa integrazione non sembrano finire più. Per diverse settimane, i ritardi accumulati nei pagamenti sono stati fortemente criticati, a maggior ragione quando si è cominciato a diffondere un documento interno dell’INPS, fatto trapelare dal senatore Gasparri, secondo cui le persone ancora in attesa del sussidio a giugno sarebbero dieci volte il numero ufficiale (pari a circa 120mila).

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Oltre ai ritardi, però, sembra che tutto il sistema degli ammortizzatori abbia mostrato in queste settimane la sua macchinosità: si pensi al fatto che dal 12 marzo, l’INPS abbia emanato ben 25 atti tra messaggi e circolari per illustrare tutte le indicazioni di prassi. L’ultima circolare, datata 27 giugno, ha fornito delle indicazioni rispetto alle modalità di richiesta dell’anticipo del trattamento integrativo salariale previsto dal Dl Rilancio.
Per le aziende è diventato complicato anche “scegliere” lo strumento adatto per rispondere all’emergenza economica tra le prestazioni già esistenti come: Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria e assegno ordinario; Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria per le aziende che si trovano in Cassa Integrazione Straordinaria; Assegno ordinario del Fondo di Integrazione Salariale (FIS); Assegno ordinario dei Fondi bilaterali (di cui all’articolo 26, d.lgs 148/2015) e Fondi Trentino e Bolzano-Alto Adige; Cassa Integrazione speciale per gli operai e gli impiegati a tempo indeterminato dipendenti da imprese agricole; Cassa Integrazione in Deroga.
Ricordiamo che per la cassa integrazione ordinaria o assegno ordinario del Fondo di integrazione salariale e per la Cassa integrazione in deroga, la durata massima dei trattamenti cumulativamente riconosciuti non potrà superare le 18 settimane. L’azienda autorizzata a fruire delle prime 9 settimane può richiederne altre 5. Trascorso il periodo massimo di 14 settimane, si può fruire di altre 4 settimane, anche per periodi antecedenti al 1° settembre 2020.Per quello che riguarda la modalità di richiesta, per i periodi dal 23 febbraio al 31 agosto 2020, il datore di lavoro che ha già utilizzato le prime 9 settimane può richiedere un ulteriore periodo di integrazione salariale o di assegno ordinario a 5 settimane (per arrivare a un totale di 14 settimane), avvalendosi di una procedura Inps semplicata mediante l’invio anche di un’unica domanda.

Se invece l’azienda non ha usufruito per intero delle prime 9 settimane, può comunque chiedere di completarne la fruizione e, a quel punto, la concessione delle ulteriori 5 settimane.

Quanto invece alla Cassa integrazione in deroga, è previsto un doppio binario:

  • per le prime 9 settimane la richiesta va presentata alle Regioni;
  • per le ulteriori tranche la richiesta va fatta direttamente all’Inps.

Ricordiamo che, con la nota INL n.532 del 2020, è arrivato l’avvertimento dell’avvio dei controlli da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro sulle aziende che hanno usufruito degli ammortizzatori sociali. Verranno prima avviate le verifiche più urgenti sulla base delle segnalazioni INPS, poi si passerà ai controlli per le aziende che hanno fatto richiesta di trattamenti di Cassa Integrazione Ordinaria, Fondo di Integrazione Salariale e Cassa Integrazione in deroga e le domande di indennità di sostegno al reddito presentate da lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, da lavoratori agricoli, da lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’assicurazione generale obbligatoria (artigiani, commercianti, IAP, coltivatori diretti, coloni e mezzadri).